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Capelli, da rifiuto indifferenziato a risorsa: il scoperta che cambia tutto

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Avete mai pensato a che fine fanno i capelli che cadono ai vostri piedi ogni volta che andate dal parrucchiere per un taglio? Probabilmente no. Ebbene ogni anno, in Italia, oltre 5.000 tonnellate di capelli tagliati finiscono nella raccolta indifferenziata, diventando un rifiuto difficile da gestire. Se inceneriti, infatti, questi scarti possono rilasciare sostanze tossiche, contribuendo all'inquinamento ambientale. Tuttavia, un gruppo di nove studenti dell'Università La Sapienza di Roma ha trasformato questo problema in un'opportunità, ideando un progetto innovativo chiamato Keralight che potrebbe rivoluzionare il modo in cui trattiamo i capelli scartati. La notizia l'ha data Avvenire che spiega come il progetto ha portato il team a vincere l’ottava edizione del premio Enactus Italia, consentendo loro di rappresentare il Paese in un prestigioso concorso internazionale che si terrà in Kazakistan a ottobre. Sotto la guida del professor Francesco Ricotta e della dottoressa Francesca Celio, gli studenti hanno proposto un modello di economia circolare basato sulla raccolta e il riuso dei capelli tagliati dai parrucchieri. L'obiettivo è creare un network di saloni di bellezza per facilitare la raccolta dei capelli, che saranno poi utilizzati per estrarre cheratina, una proteina con applicazioni vaste e preziose.

 

La cheratina, che è presente nei capelli, nelle unghie e nella pelle, nota per la sua resistenza e capacità di trattenere l'acqua, attraverso un processo sostenibile di estrazione e conversione in idrogel, come prevede il progetto della Sapienza, può essere impiegata in numerosi settori. Nel campo farmaceutico e biomedico, l'idrogel a base di cheratina è utilizzato per trattare ustioni e facilitare la rigenerazione dei tessuti. Inoltre, trova applicazione nei bendaggi avanzati per la ricostruzione della superficie oculare. Anche l'industria cosmetica beneficia di questa scoperta: la cheratina viene infatti utilizzata in patch per occhi, maschere idratanti e prodotti per la cura dei capelli, nonché nelle protesi per la chirurgia estetica.

 

Ma le potenzialità dell'idrogel non finiscono qui. Grazie alla sua capacità di trattenere l'acqua, è utile anche in agricoltura per migliorare la ritenzione idrica del suolo, nel recupero ambientale e persino nella produzione alimentare. Questa versatilità rende il progetto Keralight un esempio brillante di economia circolare, dove un rifiuto comune può essere trasformato in una risorsa preziosa e sostenibile. Ma il progetto Keralight non si limita solo all'innovazione tecnologica. Si propone infatti di sensibilizzare il pubblico sull'importanza del riciclo e del riuso dei materiali che comunemente consideriamo rifiuti. Come spiegano Emilia Nappi e Aurora Cascioli, due delle studentesse coinvolte, "Keralight nasce dalla volontà di creare un business attento all’ambiente, trasformando in risorsa un rifiuto tanto comune come i capelli tagliati tutti i giorni dalle migliaia di parrucchieri nel nostro Paese."

 

 

 

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