È arrivata l’estate, le famiglie vanno in vacanza e durante il viaggio scoppiano le liti più furibonde. Secondo un sondaggio realizzato in Francia da OpinionWay per Direct Assurance e pubblicato dal Figaro, nel 28% delle coppie i coniugi non sopportano lo stile di guida l’uno dell’altra. «Sei troppo vicino al marciapiede»; «Dovevi uscire al casello prima»; «Guarda il GPS, invece che urlarmi contro». Guidare l’auto sulle lunghe distanze è un compito maschile (l’80% degli uomini lo fa contro il 45% delle donne) e spesso le mogli decidono di non guidare per evitare le critiche di lui: confessa di farlo il 19% delle intervistate. Invece il 12% delle donne si lamenta del fatto che i mariti non le lasciano guidare quanto vorrebbero. Lo studio ha realizzato la classifica dei “consigli” più fastidiosi: «Attenzione, frena!!», è sul gradino più alto del podio (lo odia il 37% degli intervistati), davanti a: «Stai troppo attaccata/o a quello davanti» (36%) e «Era meglio prendere l’altra strada» (3 2 % ) .
Jean-Pascal Assailly, psicologo, ritiene che dipenda tutto dalla diversa struttura psicologica dei sessi: in particolare entra in gioco l’“ottimismo comparativo”. L’uomo crede molto in se stesso e si sente responsabile nei confronti della donna; per questo è portato a criticarla di più (45% contro il 35% delle moglie/compagne pedanti). Per questo lui guida di più e fa più incidenti (9% contro il 3%).
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Il 5 luglio, un parigino di 62 anni è partito per le vacanze in Marocco con la moglie e la figlia sull’auto di famiglia. Hanno fatto diverse soste lungo il percorso. Verso le 4:30 del mattino, l’uomo si è accorto di aver dimenticato la moglie a una stazione di servizio. Era già a circa 300 km di distanza. Non bastasse, ha anche avuto difficoltà a ricordare di quale stazione di servizio si trattasse.
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I Sullivan, una famiglia di New York, si sono presi un anno per girare il mondo con due bambini, visitando 29 Paesi tra Asia, Sud America ed Europa. Hanno preso la febbre intestinale a Pechino, il mal d’altitudine in Perù e i pidocchi a Berlino.
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Scadutole il visto turistico, la russa Nina Kutina e le sue due bimbe di 6 e 4 anni hanno vissuto per 8 anni in una grotta nelle foreste dell’India meridionale. Sono state trovate il 9 luglio da agenti di polizia che pattugliavano Ramatirtha Hill, un sito turistico soggetto a frane sulla costa dello Stato meridionale del Karnataka. Kutina ha difeso la sua decisione: «Abbiamo una grande esperienza nel vivere nella natura. Le bimbe non si sentivano male. Anzi erano molto felici».