Asparagi, dove volano i prezzi: le vendite crollano del 10%

di Attilio Barbieridomenica 22 giugno 2025
Asparagi, dove volano i prezzi: le vendite crollano del 10%
4' di lettura

Gli asparagi, uno dei simboli della primavera sulle tavole degli italiani, stanno diventando un prodotto di lusso fuori dalla portata di molte famiglie. Con un prezzo medio che si aggira intorno ai 7 euro al chilo, questi pregiati ortaggi costano oggi quasi tre volte di più rispetto alla media generale delle verdure, ferma a 2,60 euro al chilo. Una situazione che sta cambiando le abitudini di consumo degli italiani. A fotografare questa trasformazione è un’analisi approfondita del portale Italiafruit.net, realizzata in collaborazione con l’Osservatorio YouGov Shopper.

«La quota relativamente bassa di famiglie che acquistano asparagi», segnala lo studio, «è in costante diminuzione». I numeri parlano chiaro: nel 2025 solo il 28,4% delle famiglie italiane ha acquistato asparagi almeno una volta durante la stagione, con un calo di 4,4 punti percentuali rispetto a due anni fa. Un trend che va in controtendenza rispetto al comparto verdura nel suo complesso, che invece ha registrato un leggero aumento (+0,6%).

CARO PREZZI
All’origine della rinuncia c’è il prezzo. L’analisi di Italiafruit News rivela che «la spesa media per singolo acquisto è passata da 3,66 a 4,25 euro, registrando un aumento del 16%», mentre nello stesso periodo la spesa media per la verdura in generale è addirittura diminuita del 2%. Gli asparagi seguono una dinamica di mercato completamente diversa rispetto agli altri ortaggi.

Ma il problema non riguarda solo l’aumento dei prezzi: le quantità acquistate si stanno riducendo. I consumatori che ancora scelgono di comprare asparagi lo fanno acquistandone meno (-9% nei quantitativi medi), segno evidente che le famiglie stanno tagliando l’acquisto di quello che un tempo era considerato un prodotto stagionale normale. Per comprendere l'entità del fenomeno, basta un confronto con i prezzi di altri alimenti: 7 euro al chilo, il costo medio degli asparagi al dettaglio, è quanto si spende per un taglio di carne di media qualità, per del pesce fresco o per molti formaggi. Un numero crescente di consumatori trova difficile giustificare una spesa simile per una verdura, per quanto pregiata possa essere.

L’analisi geografica dei consumi rivela un altro aspetto interessante del fenomeno: gli asparagi stanno diventando sempre più un prodotto del Nord Italia. Nelle regioni settentrionali si concentra quasi il 66% degli acquisti totali (38,6% nord ovest, 27,2% nord est), una percentuale molto superiore al 50% che il Nord rappresenta per la verdura in generale. Questo squilibrio geografico riflette differenze nel potere d'acquisto, ma anche tradizioni e abitudini di consumo consolidate. Nel nord Italia, dove il reddito medio è più elevato e dove esistono tradizioni gastronomiche legate agli asparagi (si pensi agli asparagi di Bassano del Grappa o a quelli di Santena), il prodotto mantiene una base di consumatori fedeli, nonostante i prezzi elevati.

Sul fronte dei canali di vendita, supermercati e discount hanno il primato, rispettivamente con il 46,6% e il 20,4% delle quote di mercato, entrambi in crescita. Tuttavia, per gli asparagi i mercati tradizionali continuano a giocare un ruolo più importante rispetto ad altri ortaggi, sfiorando il 10% contro il 7,2% della verdura in generale. Questa resistenza dei mercati rionali non è casuale: molti consumatori li percepiscono come luoghi dove è possibile trovare prezzi più convenienti e una maggiore professionalità nella vendita del prodotto. In effetti, nei mercati è spesso possibile trovare asparagi a prezzi leggermente inferiori rispetto alla grande distribuzione, oltre alla possibilità di contrattare il prezzo.

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CONFRONTO EUROPEO
Il problema degli asparagi costosi non riguarda solo l’Italia. Un’analisi internazionale sui prezzi degli asparagi verdi per il 2024-2025 mostra come in tutta Europa questi ortaggi abbiano raggiunto quotazioni elevate. A Rungis, il più grande mercato all'ingrosso d'Europa, gli asparagi verdi francesi raggiungono prezzi tra 9,50 e 11 euro al chilo all'ingrosso, mentre quelli spagnoli si fermano a 6 euro al chilo. In Germania, al mercato all'ingrosso di Amburgo, il prodotto nazionale arriva a 6-8 euro al chilo, mentre quello importato da Perù e Spagna costa 4-6 euro. Prezzi che, una volta arrivati al dettaglio, possono facilmente superare i 10-12 euro al chilo nei supermercati del nord Europa.

Anche oltreoceano la situazione non è molto diversa: negli Stati Uniti i prezzi oscillano tra 6 e 9 euro al chilo, mentre in Giappone si arriva addirittura a 10-14 euro per confezioni premium. Solo in Spagna, durante l’alta stagione locale, è possibile trovare asparagi sotto i 4,50 euro al chilo. Un aspetto che aggrava la situazione è l’estrema concentrazione stagionale del prodotto. Come mostra l’analisi di Italiafruit News, «tra aprile e maggio si concentra fino al 65% dei volumi commercializzati». Questa stagionalità estrema significa che per gran parte dell’anno gli asparagi devono essere importati da Paesi lontani, con costi aggiuntivi di trasporto e conservazione che si riflettono inevitabilmente sui prezzi al consumo.

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