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Coronavirus, un algoritmo calcola il rischio di morte dei pazienti affetti da Covid: una precisione del 90%

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Secondo uno studio condotto dall’Università di Firenze, Ospedale Careggi e Fondazione Poliambulanza di Brescia, che verrà pubblicato sulla rivista BMJ-Open, è possibile prevedere se un paziente affetto da Covid rischia di peggiorare e anche morire.  Le variabili prese in esame nello schema sono sei: età (i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: 18-62 anni, 62-74, dai 75 in su), numero di patologie croniche presenti, frequenza respiratoria (atti respiratori al minuto), indice di Horowitz (che dà indicazioni sulla compromissione polmonare), creatinina (funzionalità renale), conta delle piastrine (per valutare l’eventuale presenza di coagulazione intravascolare disseminata, una delle complicanze più preoccupanti di Covid). L’algoritmo, scrive il Corriere della sera, garantisce risultati molto accurati, con un livello di precisione di almeno il 90%. Un ulteriore test sulla sua validità è in corso su pazienti ricoverati tra febbraio e aprile al Policlinico di Milano.

 

 

" Il nostro obiettivo era mettere insieme parametri clinici per poter stratificare il livello di rischio dei pazienti già all’ingresso in Pronto soccorso, velocemente e con precisione", spiega Niccolò Marchionni, professore ordinario di Geriatria all’Università di Firenze e direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi. Tra i risultati dello studio uno appare particolarmente rilevante: il rischio di morte (hazard ratio) nei pazienti ultra 75enni appare 8 volte superiore rispetto agli under 62, al netto dell’aggiustamento per le altre condizioni esaminate, come la presenza di patologie pregresse.

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