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Coronavirus, "Fase rem": dietro ai nuovi incubi c'è la pandemia, l'ultimo terrificante effetto collaterale. Cervello nel mirino

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Melania Rizzoli
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La pandemia in corso ha cambiato la nostra vita, stravolto le nostre abitudini e modificato la nostra mentalità, inducendoci a pensare in modo diverso, e siccome sognare equivale a pensare di notte, il Coronavirus ha cambiato anche i nostri sogni, incidendo con la sua azione nefasta addirittura sul nostro inconscio. Quando si verificano eventi di forte impatto psicologico, che perdurano nel tempo diventando una costante nella quotidianità, essi rendono le giornate inquietanti, alimentando i sentimenti negativi come ansia, tristezza e paura, e tutto ciò che si immagazzina da svegli senza essere elaborato, il cervello tenta di scaricarlo la notte insieme a tutte le emozioni difficili accumulate, alleviandone l'intensità e la carica emotiva con una preziosa funzione, quella di spegnere lo stress, un veleno per la serenità e la salute mentale.

 

 

Tutti stiamo affrontando tempi spaventosi e senza precedenti, con una prospettiva futura profondamente incerta sotto tutti i punti di vista, ma coloro che vivono la pandemia come un perenne pericolo mortale accusano disturbi del sonno, e la maggior parte della popolazione sta sperimentando la fase onirica con sogni più sorprendenti, più vividi e realistici, dovuti al fatto che, essendosi la vita sociale ridotta, con isolamenti e azioni ripetitive nel domicilio, la notte si attinge più spesso ai vecchi ricordi, alle memorie pregresse, sognando persone conosciute nel passato, o familiari deceduti da tempo, che appaiono più giovani e sani, anche se non sempre rassicuranti. Le preoccupazioni quotidiane controllate di giorno infatti, emergono e penetrano nel sonno prendendo vita nella dimensione onirica, trasformandosi spesso in incubi ricorrenti, insorgenti di sovente in chi è coinvolto in prima persona in situazioni epidemiologiche particolarmente pericolose, come chi vive nell'epicentro della pandemia, medici, operatori sanitari o soccorritori, ma anche chi ha subito un licenziamento o sta affrontando una grave crisi economica o lavorativa.

 

 

CARICA EMOTIVA
In circostanze normali al risveglio i sogni appaiono confusi e raramente vengono ricordati, ma questa condizione fisiologica però sta cambiando durante la pandemia, poiché le persone ricordano non uno ma più sogni fatti nella notte, soprattutto quelli con carica emotiva inquietante o spaventosa. Gli incubi che si verificano durante il sonno Rem (rapid eye movement), per esempio, arrivano a svegliare il soggetto in uno stato di angoscia, disturbando la ripresa del riposo notturno, e tali manifestazioni sono accompagnate da agitazione intensa, paura, rabbia e tristezza, insieme ad altre emozioni sgradevoli che la medicina inquadra come "funzioni disforiche". Tali incubi tendono a presentarsi nelle prime ore dell'alba, dopo una notte già tormentata da sogni cupi, e si contraddistinguono per il fatto che il soggetto ricorda vividamente il contenuto e i dettagli del sogno al risveglio, ed anche se di norma l'evento onirico è breve, di circa 4-15 minuti, spesso dopo l'episodio traumatico egli non è più in grado di riaddormentarsi. Inoltre prima di svegliarsi il paziente emette qualche suono, o si muove involontariamente, fino a manifestare segnali che indicano l'attivazione del sistema nervoso autonomo, come palpitazioni, sudorazione eccessiva, rigidità muscolare, crampi o respiro accelerato. Gli incubi rientrano nel gruppo delle "parasonnie", ovvero perturbazioni non patologiche del sonno, e si verificano prevalentemente durante i percorsi di stress, e in questo periodo sono favoriti soprattutto dall'aumentato consumo di antidepressivi, sonniferi e narcotici, come pure dalla esagerata assunzione di alcol, tutte condizioni che sono state registrate in allarmante aumento in questi mesi di pandemia.

 

 

Di norma durante il sonno vengono prodotte proteine, chiamate citochine, che ci aiutano a combattere le infiammazioni, e vengono sintetizzati anticorpi, utilissimi a strutturare la risposta immunitaria e a mantenere sincronizzato il nostro ritmo cicardiano. La quarantena e il distanziamento sociale, insieme ad un brusco cambio dei nostri ritmi di vita, hanno inoltre ridotto la nostra esposizione alla luce naturale, che ha una funzione indispensabile per mantenere l'orologio biologico ed il ritmo sonno-veglia, per cui sono aumentate ansia e depressione con ripercussioni importanti sia qualitative che quantitative sul riposo notturno. Le persone più inquiete caratterialmente e psicologicamente riversano nei sogni le sensazioni di ansia e di paura, di rabbia o risentimento, e molti studiosi attribuiscono la vividezza dei loro sogni al caos emotivo e fisico che stanno vivendo. In tempo di Covid infatti, i sogni elaborano le situazioni difficili ed impegnative che si affrontano da svegli, ma ciò che viene trasportato nella fase onirica non sempre riesce a sciogliere la carica emotiva delle esperienze diurne. I sogni inoltre sono collegati alla memoria, ed il cervello li produce spesso per codificare e ricostruire i ricordi, ma quando avviene una riduzione del sonno Rem, e quindi una conseguente diminuzione dei sogni più vividi e reali, diminuisce anche la capacità di comprendere e contrastare le emozioni complesse, facilitando l'insorgere di disturbi neuropsichici. La lunga durata del lockdown, la paura legata ai contagi, la frustrazione delle ridotta libertà, la noia, i pregiudizi, oltre alle perdite economiche, del lavoro e della vita piena, hanno quindi alterato il mondo dei sogni, rendendoli più disturbati, più stressanti e inquietanti.

ALTERAZIONI DELL'UMORE
Ma la cosa più preoccupante è che il dormire poco e male ha fatto aumentare moltissimo le diagnosi del 'disturbo bipolare', una condizione psichiatrica caratterizzata da gravi alterazioni dell'umore, con alti e bassi ricorrenti, insorgenti in soggetti che manifestano momenti di estrema euforia ed eccitazione, alternati a gravi episodi depressivi, attribuiti erroneamente dai pazienti alle ondulazioni ormonali anziché ad uno squilibrato funzionamento cerebrale, cosa che provoca profondo disagio, clinicamente significativo, labilità affettiva con compromissione dell'attività personale, sociale, e lavorativo, e di conseguenza con sogni tormentati. E tutti questi effetti collaterali dell'epidemia da Sars-Cov2 sono stati registrati in maggioranza nelle persone che non sono state infettate dal Coronavirus, che lo hanno sempre evitato temendolo costantemente, percependolo ogni giorno ed ogni ora come un pericolo incombente alle loro spalle, e che si sono sentite in ansia perpetua, poiché coloro che hanno invece contratto l'infezione e che sono finite ricoverate nei reparti Covid non hanno avuto nemmeno il tempo di affondare nella fase onirica, impegnati com' erano a combattere la malattia del secolo per salvarsi la vita. Anche senza sognare. 

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