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Marco Travaglio dà del "somaro" a Giorgio Napolitano

Andrea Tempestini
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Ancora scottato e turbatissimo dall'assoluzione di Silvio Berlusconi, per la quale ha elaborato le più bislacche teorie, Marco Travaglio sprizza veleno da ogni poro. Oggi nel mirino ci finisce Giorgio Napolitano, attaccato dalla prima pagina del Fatto Quotidiano. Nulla di strano, direte voi. Vero, se non fosse che Marco Manetta oggi alza il tiro e ridefinisce lo standard dell'insulto al Colle: Re Giorgio? Un asino. Già, perché - esordisce Travaglio -, "erano alcuni giorni che Giorgio Napolitano non interferiva nei lavori parlamentari e non s'impicciava in quel che resta della libera stampa". Presunti somari - Il riferimento del vicedirettore del Fatto Quotidiano è all'intervento del capo dello Stato di ieri, martedì 22 luglio, alla cerimonia del Ventaglio, in cui Napolitano ha affermato: "Non si agitino spettri di insidie e macchinazioni di autoritarismo" parlando degli attacchi alla riforma del Senato di Matteo Renzi. Attacchi che arrivano un po' da tutte le parti - grillini, centrodestra, Pd stesso - ma che per Travaglio, in pieno delirio d'onnipotenza, sono rivolti a lui e a lui soltanto: "Ce l'aveva con l'appello del Fatto", scrive solenne e solone. Ma poi avverte baldanzoso: "Il suo monito irrituale e illegittimo ci fa un baffo". Un monito che nel titolo del velenoso fondo, però, cambia nome: diventa "raglio". Per la precisione "il raglio del Ventaglio", con riferimento al luogo dal quale il presunto asino Napolitano si sarebbe prodotto nel suono tipico del somaro.

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