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Vladimir Putin, i segreti e le paranoie dello "zar" russo

Andrea Tempestini
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Lui è - forse - l'uomo più potente al mondo. Di sicuro il più temuto. Vladimir Vladimirovich Putin, "zar" della nuova Russia. Una figura imperscrutabile, enigmatica, decisa, a tratti affascinante e a tratti inquietante. Un uomo che però vive nella più rigida paranoia. Almeno questo è quanto emerge da alcune anticipazioni del certosino lavoro di Ben Judah pubblicate su Newsweek, un lavoro composto da tre anni di interviste - spesso anonime - ad amici intimi del presidente della Federazione. Un lavoro di cui La Stampa offre un ampio resoconto. Figlie nascoste - Si parte dalla strettissima attualità, dall'abbattimento del boeing in Ucraina per il quale Putin, nei fatti, è stato accusato dall'universo-Mondo. Una strage che ha avuto un "effetto collaterale". Peter Broertjes, sindaco di Hilversum, Olanda, ha suggerito per rappresaglia di cacciare la figlia di Putin dall'Olanda (su quel maledetto volo partito da Amsterdam gli olandesi erano la maggioranza). Un "suggerimento" con il quale è stato reso noto al globo terracqueo che la figlia dello "zar" vive nei Paesi Bassi. Informazione top-secret che il Cremlino ha ripetutamente smentito, ma ormai la frittata è fatta (tanto che nei giorni scorsi immigrati ucraini hanno picchettato il condominio dove la 29enne Maria abita). Poi, di figlia, Putin ne ha un'altra: Ekaterina, di due anni più giovane, avvistata in Grecia ma ufficialmente residente a Mosca. L'assaggiatore di cibo - La vita misteriosa e paranoica di Vladimiro si allunga fino all'ex first Lady, Liudmilla, sparita dopo il divorzio e secondo qualcuno "rinchiusa" in un monastero. Dopo Liudmilla, secondo alcuni giornali, fu il momento della ginnasta Alina Kabaeva (che dal presidente avrebbe anche avuto un figlio): gli stessi giornali che hanno diffuso le indiscrezioni, poco dopo, hanno chiuso. Di Putin, insomma, è vietato parlare. Ma col suo lavoro, Judah, ha tracciato un quadro piuttosto chiaro. Lo "zar" vive solo, e come Stalin preferisce stare lontano dal Cremlino. Solo, in verità, però non lo è quasi mai: segretari, guardie del corpo, cuochi, camerieri, medici e servitori vari lo circondano ventiquattro ore su ventiquattro. Nella sua squadra c'è anche un assaggiatore di cibo: da vero sultano, Putin teme l'avvelenamento, in ogni circostanza. I segreti della piscina - Ritardatario cronico, nell'anticamera della sua dacia lascia un nugolo di questuanti in lunga attesa: tre, anche quattro ore di ritardo rispetto agli orari prefissati, e nessuno che provi ad osare a spazientirsi. La vita del presidente è "programmata per mesi, se non anni in avanti", spiega Judah. Nella sua giornata una piccola finestra totalmente inaccessibile e personale: la piscina, in tarda mattinata, poco dopo il risveglio (dorme sempre fino a tardi). E sarebbe proprio in piscina - dopo la colazione con ricotta, omelette e cereali - che Putin, senza interferenza alcuna, decide il destino della Russia e, a cascata, di mezzo mondo. Paranoia alberghiera - Vladimiro si concede pochi vizi: non beve né fuma. Come detto, è prudente anche sui cibi: oltre all'assaggiatore, all'estero si porta un esercito di cuochi e casse di cibo proveniente dalla Russia. Il presidente, da buon ex agente segreto del Kgb, diffida di cellulari e internet, che non utilizza mai. Gli apici della paranoia li raggiunge negli alberghi: asciugamani e lenzuola vengono rimpiazzati con quelli portati - sotto vuoto - dal suo Paese. Tra la note di "normalità" la passione per gli orologi e gli abiti firmati. Il solo svago lo trova nell'hockey, partite private alle quali lui prende parte come giocatore e alle quali spesso assistono Berlusconi e Schroeder, tra i pochi amici (?) dello zar. Di Putin, si dice, tutti hanno paura. Tutti tranne la sua labrador nera, che ama coccolare.

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