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Martina Colombari festeggia quarantanni e svela: "Anche io ho un tatuaggio dove ce l'ha Belen ma lo mostro solo a mio marito"

Lucia Esposito
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Gli "anta" sono arrivati anche per lei. Icona della bellezza, dello stile, Martina Colombari ha raggiunto l'importante traguardo. Racconta se stessa e  su - La Stampa -  svela che quando a diciotto anni andò a Miss Italia non aveva mai messo i tacchi prima. " Gli abiti me li procurò la mia amica Vania Arcangeli, oggi responsabile del casting di Braccialetti rossi : ricordo con precisione una gonna di Katharine Hamnett. Prima di allora avevo indossato solo felpe Best Company e accessori di Naj Oleari". Adesso Martina dà consigli alle sue coetanee spiegando che "ll tailleur può fare professoressa. Coi jeans skinny, invece, rischi di fare studentessa. E comunque schiacciano il sedere. Poi ci sarebbero i pantaloni da gaucho che impazzano per la primavera. Ma tagliano le gambe. Con ciò non abbiate timore dei punti strategici, vita, seno, fianchi, anche se avete qualche chilo in più. Tentare di camuffarli, peggiora le cose". La Colombari spiega che il suo low cost preferito è "Top Shop. Ormai, non c' è più una tendenza precisa. Anzi: va tutto e dobbiamo imparare a scegliere quello che ci dà sicurezza". Martina Colombari tutta nuda per il suo sito: guarda le foto Il tatuaggio - Sì alle trasparenze "a patto che ci sia il tuo uomo". Rivela:  "L' altra sera ho indossato una gonna di pizzo de La Perla. Billy mi ha chiesto dove andassi vestita così e gli ho risposto che tanto ero con lui". E poi ancora sui colori (il nero per avere sicurezza, le camicie e le t-shirt bianche sono un must". Gli accessori sì ma con parsimonia.  Poi un dettaglio segreto: "Ho un dragone nello stesso punto del corpo in cui vola la farfallina di Belen. Ma a differenza della Rodriguez, non l' ho mai mostrato. Se non a mio marito". Parla anche di chirurgia plastica: "Non deve trasformarti nella parente giovane di te stessa".  La Colombari parla della Fondazione Francesca Rava di cui è testimonial e dei suoi viaggi ad Haiti: "Ci vado almeno un paio di volte l' anno. Più volte ho seppellito bambini avvolti semplicemente in un sacco: ne muoiono troppi per fare le bare necessarie. L' odore della morte non lo dimentichi più".

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