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Sanremo 2018, il polemico addio di Elio e le Storie Tese: "Noi non ci vantiamo come Baglioni"

Matteo Legnani
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Ciao Elio, ciao Faso, stavo ascoltando il vostro doppio cd (Arrivedorci, il live del concerto-evento del Forum, «farcito» con due inediti) e volevo subito leccarvi il culo: è «pulitissimo», non sembra neanche la registrazione di un concerto dal vivo! Elio: «Grazie. Purtroppo siamo i re della non-autocelebrazione, che poi è il nostro più grande errore. Ma ormai è troppo tardi». In che senso? Elio: «A volte bisognerebbe vantarsi di più: quando abbiamo fatto noi il Dopofestival non abbiamo suonato neppure una nota di un nostro pezzo, ora osserviamo un Festival in cui in ogni puntata Baglioni canta 4 canzoni di Baglioni. Questo nostro atteggiamento decisamente non paga...». Al concerto al Forum c' era talmente tanta gente che molti hanno pagato per vedervi "da dietro". Voi paghereste per ascoltarvi e vedere i vostri culi? Elio: «Da feticista quale sono, mi piacerebbe. Da bimbo passeggiavo con mia mamma al mare e c' era il complessino che suonava: mi mettevo dietro al batterista a guardare come si muovevano i piedi». Il fatto che abbiate "prolungato" l' addio per accontentare i fan non è piaciuto a tutti... Faso: «C' è chi ha scritto "dovevate dirlo prima!", ma la verità è che non lo sapevamo!». Dite la verità: vi siete un po' rotti le balle quest' anno a Sanremo? Elio: «Mahhh... Un po' e un po'. Innanzitutto sono stanco morto, poi è vero che quest' anno non siamo stati particolarmente privilegiati. In nessun senso, anzi...». Motivo? Faso: «Io ho la mia teoria: "il Festival" si aspetta da Elio e le Storie Tese che facciano il circo di Nando Orfei. Se lo fa i commenti sono "ecco i soliti cazzoni", se invece ci presentiamo con il lentone stracciamutande - che poi è nello stile di altri 300 pezzi che sono andati al Festival - l' effetto è "ma come, non venite a fare il triccheballacche? Come mai?". E comunque oh, se Elton John dice "smetto tra tre anni nessuno gli rompe i coglioni", se lo facciamo noi è "no, avete detto che smettete e ora smettete"». Elio: «La verità è che rispetto alle altre volte siamo venuti qui per fare quello che avevamo in mente e cioè, salutare tutti quelli che ci vogliono bene». C' è qualcuno che può raccogliere la vostra eredità? Elio: «I Kolors! Abbiamo molti più punti in comune di quello che può sembrare. Intanto loro "suonano" davvero e si sono fatti il culo nei localini come noi. Lo so che fa ridere, ma lo penso davvero. Oh, loro suonano forte». Dallo scimmione, alla vecchia ballerina: ormai il vostro stile all' Ariston è sdoganato... Elio: «Siamo stati i primi dell' ambiente indie a salire su quel palco. All' epoca mi arrivò un messaggio di Pelù che mi implorava di non andare al Festival... adesso viene lui a fare l' ospite! Dopo di noi sono andati tutti: Marlene Kuntz, Manuel Agnelli... Se oggi Lo Stato Sociale può fare quelle cose è perché abbiamo rotto quel muro. Non lo dico per vantarmi, ma è che ora sembra tutto ovvio, invece tutto quello che abbiamo fatto è incredibile». Secondo me dovreste vantarvi di più... Elio: «Il punto è che quest' anno tutti si scandalizzano perché siamo arrivati con questa canzone... ma perché? Ma che cazzo ti scandalizzi? Leggo tuoi colleghi che la definiscono "inaccettabile". Inaccettabile? Ma io canto la fine di una storia incredibile che abbiamo fatto tutti assieme e senza mai litigare. Certo, mi viene il dubbio che non siamo al passo con i tempi, ma trovo che abbiamo sempre delle idee fantastiche». Forse il problema è che siete da sempre troppo "avanti". Faso: «Sai cosa è veramente "inaccettabile"? Che dopo aver creato almeno in 2 casi su 4 uno spettacolo leggendario, l' anno scorso abbiano mandato il the best della storia di Sanremo senza neppure un' immagine di Elio e le Storie Tese: quello è inaccettabile! I soldi che hanno dato ai vari ospiti che si sono seduti su quella sedia a raccontare i loro cazzi ce li meritavamo noi per lo spettacolo che abbiamo fatto. Non lo dico in tono polemico, ma certe cose mi sembrano incredibili». Sapete perfettamente che tra dieci anni sarete voi i superospiti... Faso: «Gli chiediamo 100 miliardi in contanti!». Elio: «Io temo che non accadrà. Noi siamo sempre stati per pochi». Però dai, per citare l' altro singolo del nuovo album ("Il circo discutibile": bellissimo) "anche 'sticazzi". Elio: «Questo è vero, l' anomalia non è questa edizione, ma quelle in cui siamo arrivati ai primi posti. Sì, è vero, Sanremo 'sticazzi, ma sono d' accordo con Faso: è tutto frutto del fatto che noi non alziamo mai la voce, né ci interessa. E va tutto bene fino al giorno in cui si passa all' offesa, perché le critiche che ho letto non vanno bene». Ce l' hanno con il vostro "Arrivedorci". «È una canzone curata, strutturata un po' di più rispetto agli altri pezzi in gara. Puoi dire che non ti piace, ma "inaccettabile" o "non classificabile" cosa vuol dire?». Sapete com' è: i critici si alimentano gli uni con gli altri... Elio: «È esattamente questo il punto. Il critico dovrebbe accompagnare l' ascoltatore dall' alto della sua competenza, invece sono i critici che si fanno accompagnare dagli ascoltatori». Come sta la musica italiana? Faso: «È bloccata. Nel 1984 per suonare nei locali ti presentavi con la tua cassetta. Attualmente accettano solo cover band. Oggi Elio e le Storie Tese non potrebbero nascere». C' è qualcosa che vi piace di questo Festival? Faso: «Non abbiamo sentito molto, ma almeno la canzone di Rubino è "diversa"». Dal 20 aprile sarete in tour, l' 1 maggio all' Arena di Verona: al Forum avete coinvolto il pubblico con uno straordinario "mi piace il cazzo!" urlato da tutti. Quante speranze ci sono di sentirlo all' Ariston? «Sarebbe fantastico...». di Fabrizio Biasin Leggi anche: Elio: "A Sanremo scriviamo la fine della nostra storia"

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