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Sergio Marchionne, Sergio Cofferati: "Indecente il dibattito durante la sua agonia"

Cristina Agostini
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E' stato indecente il dibattito sulla figura di Sergio Marchionne durante la sua agonia, secondo Sergio Cofferati: "Il silenzio sarebbe stato la cosa migliore da parte di tutti, invece ci siamo ritrovati di fronte a un qualcosa di incomprensibile". Detto questo, continua l'ex sindacalista ed ex sindaco di Bologna in una intervista a Il Fatto quotidiano, "il modello di relazioni industriali imposte in Fiat non solo non è stato condiviso dal sindacato ma non è divenuto modello, fortunatamente, neppure per altre aziende. Sia per quanto riguarda i rapporti coi lavoratori sia quello con le imprese. È stato Marchionne a sollevare il tema dell'inutilità di Confindustria, sfilando la Fiat dall'organizzazione. Per altro parrebbe che a Confidustria se ne siano dimenticati". Leggi anche: "Quelle prove inquinate": la bomba dalla Svizzera sulla morte di Marchionne Ma il punto, conclude Cofferati è la "cancellazione della contrattazione nazionale che resta importantissima per il futuro del sindacato: è l'unica grande regolatrice della competizione fra le imprese ed evita che sia perseguita riducendo i diritti dei lavoratori. Il contratto nazionale e la contrattazione integrativa (che deve avere funzioni distinte ma coerenti) sono gli strumenti fondamentali, ma quello che serve e che non c' è è una legge sulla rappresentanza che possa dare legittimità ai delegati introducendo un obbligo di voto dei lavoratori sugli accordi. Questo, però, dipende dalla politica, non dal sindacato".

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