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Le Iene, Luigi Di Maio scarica il padre Antonio dopo l'accusa di lavoro nero nella ditta di famiglia

Matteo Legnani
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Dopo il caso della casa abusiva, quello del lavoro in nero. Per Luigi Di Maio sono giorni difficili. Soprattutto dopo il servizio con cui Le Iene hanno raccolto le dichiarazioni di Salvatore Pizzo, un manovale che avrebbe lavorato in nero per la ditta di Antonio Di Maio, padre di quel ministro dello Sviluppo economico che si è spesso scagliato contro la piaga del lavoro sommerso. Incalzato dall'inviato de Le Iene Filippo Roma, Luigi Di Maio ha praticamente scaricato il padre e la sua azienda, come peraltro aveva cercato di fare anche in occasione della vicenda della casa di famiglia abusiva. "C'è stato un periodo della mia vita in cui non avevo alcun rapporto con mio padre. Non c'è stato un bel rapporto, ve lo dico con il cuore. Il rapporto con mio padre è migliorato un po' solo negli ultimi anni (le vicende a cui si riferisce il servizio de Le Iene risalgono al 2008-2009, ndr)". E ancora: "In quegli anni avevo 24-25 anni. Non gestivo nulla. E con mio padre c'è stata una fase di blackout perché non condividevo alcuni suoi modi". Ma dal 2014, come scrive Il Giornale, il ministro è diventato socio della ditta di famiglia (la Ardima Srl). "Spero che tutto sia in regola. Sono andato avanti nella convinzione che nell'azienda si rispettassero tutte le regole. Ora sono io che devo chiedere spiegazioni a mio padre" è la chiusa del ministro. Leggi anche: Luigi Di Maio, nella casa di famiglia il primo condono del vicepremier grillino

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