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Biancaneve, i sette nani metafora della cocaina: cosa forse non avete notato sul film di Natale su Rai 1

Davide Locano
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Record di ascolti per Biancaneve e i sette nani, trasmesso su Rai 1 nella sera di Natale: il super-classico d'animazione si è imposto con il 21,40% di share, pari a 4.644.000 telespettatori. E il giorno successivo ha ripreso a circolare una vecchia teoria sui sette nani. Quale? Presto detto: secondo uno studio attribuito al docente americano di storia della televisione, Mitchell Stephens della New York Univeristy, sarebbero una sorta di eufemismo per indicare la cocaina. Secondo lui, infatti, i nomi dei sette nani rappresenterebbero gli effetti della polvere bianca. Dunque, passiamoli in rassegna: Leggi anche: "Nello spettacolo...", Giletti: rivelazione-bomba sulla cocaina Cucciolo (Dopey, sfatto) rappresenta la prima sensazione che si prova quando si sniffa cocaina per la prima volta; Brontolo (Grumpey, imbronciato) rappresenta l'irritabilità che comporta l'astinenza; Eolo (Sneezy), il nano che starnutisce continuamente (chi si droga soffre di prurito al naso); Mammolo (Bashful, timido), il quale rimanda all'atteggiamento schivo del cocainome; Gongolo (Happy, felice), il riferimento è all'euforia indotta dalla polvere bianca; Dotto (Doc, sapiente oppure dottore) riguarda la sensazione di onnipotenza da cui viene travolto il cocainomane; Pisolo (Sleepy, addormentato), riguarderebbe l'intorpidimento tipico dell'ultimo stadio della dipendenza da cocaina.

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