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E' una catastrofe sociale secondo i dati Istat sulla povertà in Italia

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(AdnKronos) - I dati Istat su povertà assoluta e relativa in Italia "fotografano una catastrofe sociale vera e propria, una crisi che miete vittime come fa una guerra, ma senza guerra". Così all'Adnkronos Giuseppe De Marzo, responsabile nazionale della campagna Miseria Ladra, promossa da Libera e Gruppo Abele, a cui hanno aderito oltre mille realtà sociali e del volontariato laico e cattolico, e che dal suo avvio ha già toccato oltre 120 città, "in cui abbiamo visto con i nostri occhi e ascoltato con le nostre orecchie la sofferenza di un terzo del nostro Paese e la distanza della politica e delle istituzioni dai problemi della gente". Una campagna che parla di quella che De Marzo chiama "l'Italia di sotto", definizione che non fa riferimento a una collocazione geografica ma "ai ceti popolari e medi che più hanno subito la crisi dal 2007 a oggi, un'Italia che comincia a essere numerosa con dati, dal 2008, in continuo aumento". La soluzione per invertire la tendenza? Rimettere lotta alle povertà e welfare al centro dell'agenda politica. "Chiediamo alla politica di uscire dai tatticismi e guardare a quelle che sono le priorità del Paese - spiega De Marzo - non ci siamo fermati solo alla denuncia ma con Miseria Ladra abbiamo presentato proposte concrete a tutti i livelli: istituzioni locali, nazionali ed europee, ma le risposte sono deboli. La povertà non è trendy né cool però mette in discussione la democrazia". Tra le proposte avanzate per combattere le povertà in Italia, misure come la ricostituzione del fondo sociale per la non autosufficienza, moratoria dei crediti di Equitalia e bancari per chi è in difficoltà, reddito minimo di cittadinanza, difesa dei beni comuni, ripubblicizzazione dei servizi basici essenziali e rinegoziazione del debito, utilizzo per scopi sociali dei beni confiscati e dei beni pubblici dismessi, un intervento sul quadro normativo e sulle politiche di austerity che impediscono il rilancio del welfare "in un Paese e in un momento in cui aumenta il numero dei poveri". E poi c'è l'Italia di sotto, "che noi frequentiamo e in cui si annida la speranza di poter cambiare il Paese attraverso la partecipazione. Non possiamo rimanere zitti e inermi di fronte alla sofferenza sociale che emerge dal nostro Paese - osserva De Marzo - noi siamo dalla parte delle vittime e facciamo nostro il punto di vista degli ultimi per costruire una società davvero pacificata fondata su giustizia, libertà e diritti". "La povertà - conclude - ci rende tutti schiavi, la povertà ruba i diritti e il futuro ed è il peso più grave che possiamo lasciare alle generazioni che verranno".

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