Primi segnali positivi per il comparto industriale delle materie plastiche, bene export e riciclo
(AdnKronos) - Alla fine del 2013 il comparto industriale delle materie plastiche ha sviluppato un fatturato di 14,9 miliardi di euro, con un'occupazione complessiva che si attesta a 103.000 addetti per circa 4.900 aziende. I volumi di materie prime trasformate nel 2013 corrispondono a 5,3 milioni di tonnellate di polimeri vergini, oltre a circa 500mila tonnellate di polimeri da riciclo post consumo (dato rilevato per la prima volta nel 2014). "Variazioni di segno positivo si riscontrano nelle tecnologie legate al riciclo della plastica, un comparto in continua crescita. In questo ambito, all'industria italiana viene riconosciuta una vera e propria leadership non solo a livello italiano ma anche internazionale", dichiara Giorgio Quagliuolo, presidente di Unionplast e Corepla, in occasione dell'incontro "L'Italia fuori dalla crisi? Il caso dell'industria delle materie plastiche", oggi presso l'auditorium Federchimica a Milano. Rispetto al 2007 si sono perse quasi due milioni di tonnellate di consumo di polimeri vergini, a causa di una diffusa e trasversale riduzione dei consumi in tutti i settori applicativi, determinata dalla persistente congiuntura negativa. Nonostante ciò il surplus dell'intera filiera è pari a 3,1 mld di euro. Complessivamente, nel 2013, la filiera della gomma plastica ha esportato beni per un valore record di 21,2 mld di euro. In particolare le materie plastiche vergini, nel gennaio-dicembre 2013, hanno registrato un export superiore ai livelli pre-crisi, pari a 5,2 mld di euro. Nei primi sei mesi del 2014 si rilevano, in alcuni settori applicativi, i primi numeri positivi dopo una serie di 24 trimestri di costante contrazione. La ripresa dei consumi appare a macchia di leopardo: non ci sono ancora segnali di miglioramento in due tra i mercati chiave di sbocco delle materie plastiche, l'edilizia e i trasporti. Per quanto riguarda l'imballaggio, che assorbe da solo circa il 40% dei volumi di polimeri trasformati in Italia, si rileva un andamento fortemente differenziato a seconda dell'applicazione finale. Stentano ancora i comparti legati agli imballaggi industriali e di movimentazione merci, mentre si sta dimostrando più dinamico l'imballaggio alimentare. Stessi segnali positivi dagli articoli casalinghi ad alto contenuto di design, nicchia ad alto valore aggiunto. Nel complesso, visto il consuntivo della prima metà dell'anno e le previsioni a 9 mesi, si stima che il settore delle materie plastiche possa risultare nel 2014 sostanzialmente in linea rispetto all'anno precedente con un possibile recupero della domanda di polimeri non superiore all'1-2%. "La crescita - dichiara Daniele Ferrari, presidente di PlasticsEurope Italia - è subordinata a politiche di sostegno a favore del manifatturiero. Politiche strutturali adeguate, come la riqualificazione energetica o delle infrastrutture hanno ricadute positive sul settore, sull'economia e sull'ambiente. E non solo: è prioritario sostenere la ricerca e l'innovazione". Per quanto riguarda il comparto di macchinari, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma, il 2014 dovrebbe rappresentare l'anno della ripresa. I dati Istat evidenziano nei primi tre mesi dell'anno un aumento delle esportazioni pari all'8,9%. "Probabilmente tale tasso di crescita non si confermerà per tutti i 12 mesi ma è comunque lecito attendersi un incremento di qualche punto percentuale a consuntivo", commenta Giorgio Colombo, presidente di Assocomaplast. "Per quanto concerne il mercato interno, pur permanendo una situazione di generale criticità, in base alle indagini congiunturali periodiche condotte da Assocomaplast fra i propri soci, si inizia a cogliere qualche lieve segnale di ripresa che ci si augura - conclude Colombo - possa andare consolidandosi nei prossimi mesi, anche in vista del buon andamento relativo alle prenotazione spazi della nostra fiera internazionale Plast 2015 del prossimo maggio".