Roma, 27 nov. - (Adnkronos) - Una corsa contro il tempo, e contro il brusco calo delle temperature, per salvare la vita di 60-70mila persone. A tanto ammonta il numero di chi dorme in strada, i "clochard on the road" come li chiama Wainer Molteni fondatore di Clochard alla riscossa, associazione di senzatetto che ha lanciato la campagna "Un sacco di vita" (http://unsaccodivita.org) per raccogliere sacchi a pelo, "unico strumento utile per sopravvivere in queste notti fredde". Dopo le prime morti in soli tre giorni (il primo a perdere la vita, sabato scorso, è stato un senzatetto a Rimini, il secondo lunedì a Roma e il terzo ieri a Venezia), la prima consegna sarà domani a San Pietro dove, spiega all'Adnkronos Molteni, "oltre 100 persone dormono sotto il colonnato". Con un appello speciale al Papa perché intervenga. Numeri da capogiro, quelli di Clochard alla riscossa, che sfuggono ai censimenti ufficiali perché tra chi dorme in strada ci sono clandestini, persone con problemi con la giustizia o che non vogliono far sapere alle proprie famiglie di essere 'barboni'. Ma numeri reali: lo sa bene Molteni, 43enne milanese, due lauree e un master, che in strada ci ha dormito per otto anni. "Io ho passato 8 anni su un pezzo di cartone e so bene che le coperte non bastano, perché di notte si inzuppano di umidità e il rischio è l'ipotermia". Ma come si passa dal master alla strada? "Sono finito per strada nel 2004 a seguito della bancarotta fraudolenta dell'azienda in cui lavoravo. Non avendo una copertura familiare e non riuscendo a trovare lavoro, ho finito per conoscere un mondo parallelo di cui ignoravo l'esistenza - racconta - Ma con altri senza tetto in gamba abbiamo deciso di ribellarci a un sistema assistenzialistico inutile, abbiamo combattuto e occupato spazi pubblici e privati". Ma soprattutto "ho dormito sotto casa dell'allora sindaco Moratti per sei anni, finché non si è arresa e sono diventato consulente prima della giunta Moratti e poi in quella Pisapia che poi ho lasciato". Nasce così Clochard alla riscossa, che agisce in completa autronomia, cioè senza fondi pubblici o privati. E su questa esperienza diretta nasce "Un sacco di vita", "quando verso settembre ci siamo accorti che nessun comune italiano aveva predisposto un piano freddo. Le previsioni di un'ecatombe si stanno avverando con questi tre morti in tre giorni, corriamo contro il tempo nella speranza di raggruppare 50mila sacchi a pelo che serviranno a salvare la vita ad altrettanti barboni". "Dopo il primo morto - continua Molteni - Milano, Torino e Roma hanno avviato un piano freddo, messo in piedi nell'emergenza senza ponderare bene le cose: basta pensare che Milano mette a disposizione 2.700 posti letto a fronte di circa 17mila persone che dormono per strada". A Roma, stima Clochard alla riscossa, almeno 500 persone dormono nella zona della stazione Termini, 80 solo in via Marsala. Per tutti loro, il sacco a pelo certamente non è la soluzione, servono progettualità di lungo periodo, "ma intanto cerchiamo di salvare la vita a queste persone". Ad oggi, sono stati raccolti 500 sacchi a pelo e domani ci sarà la prima consegna a San Pietro. "Ci piacerebbe coinvolgere il Papa, che ha una rete capillare di parrocchie che potrebbero risolvere il problemna" spiega Molteni e per questo è partita la 'fax bombing' direttamente all'indirizzo di Santa Marta "per chiedere al Pontefice di scendere domani a vedere le oltre 100 persone che dormono sotto i suoi occhi. Sono sicuro che una persona come questo Papa non possa non essere sensibile a una cosa del genere". Dopo la consegnba di domani a San Pietro, l'associazione prevede il primo grosso ordine di sacchi a pelo a breve grazie agli accordi raggiunti con alcune aziende italiane "che ci hanno fatto un ottimo prezzo, e che contimo di disribuire in tutta Italia non più in là della metà dicembre".




