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Addio a Giuliano Gemma, il re del western all'italiana

Lavorò con Tessari e Risi, fu un colosso nel genere "spaghetti western"

Francesca Canelli
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E' morto a 75 anni l'attore Giuliano Gemma. Ha perso la vita in un terribile incidente stradale avvenuto vicino Roma, a Cerveteri, dove la sua auto è stata coinvolta in uno scontro frontale. E' stato trasportato all'ospedale di Civitavecchio ma non c'è stato nulla da fare: è morto durante il trasporto. Gli altri due feriti, più lievi, sono un uomo con suo figlio.  L'incidente - Gemma viaggiava a bordo di una Toyota Yaris che si è scontrata con una Bmw. L'attore si stava recando a una serata organizzata con gli amici: prima al Bingo, poi a cena da "Baffone", ristorante di pesce, ma nessuno dei programmi è potuto essere realizzato. Il tragico schianto sulla strada del Sasso ha scombinato tutti i piani ed ha finito per far radunare tutti all'ospedale San Paolo. L'attore ci è arrivato in arresto cardiaco attorno alle 21 e nonostante i tentativi di rianimarlo non c'è stato nulla da fare. La moglie, la giornalista Daniela "Baba" Richerme, si è subito recata all'ospedale di Civitavecchia, il San Paolo. La carriera - Giuliano Gemma aveva conquistato grande popolarità alla metà degli anni Sessanta grazie a una serie di  western italiani come "Una pistola per Ringo" e "Il ritorno di Ringo" di Duccio Tessari, "Arizona Colt" di Michele Lupo. In realtà la sua carriera era iniziata molto prima, quand'era giovanissimo aveva infatti spesso lavorato come stuntman. Nel 1958 Dino Risi lo prende per una piccola parte nella commedia "Venezia, la luna e tu" con Alberto Sordi e Nino Manfredi. Poi Gemma diventa un centurione per il kolossal dei kolossal, Ben Hur di William Wyler. Una semplice comparsata che però gli servirà come trampolino di lancio nel mondo del cinema - anche se altri "sandaloni" non mancheranno, da Maciste, l'eroe più grande del mondo a I due gladiatori. Ma la consacrazione come divo è grazie al filone spaghetti western. Lavora con registi come Duccio Tessari, Tonino Valerii, Sergio Corbucci. I titoli sono quelli cult del genere, da "Un dollaro bucato" a "I lunghi giorni della vendetta" a "Per pochi dollari ancora". Qualche volta utilizza il nome d'arte Montgomery Wood. Ed è cowboy anche in coppia con Bud Spencer in "Anche gli angeli mangiano fagioli", e con Ricky Bruch in "Anche gli angeli tirano di destro". Ma alla metà degli anni Settanta Gemma cambia genere e compare in lavori più impegnati. E' il caso di "Il deserto dei Tartari" di Valerio Zurlini. Prima c'era stato "Delitto d'amore" di Comencini, dopo "Il prefetto di ferro" di Pasquale Squitieri, 1977 e "Un uomo in ginocchio" di Damiano Damiani (1979). Negli anni Ottanta compare in "Tenebre" di Dario Argento e in "Speriamo che sia femmina" di Mario Monicelli. Ma nell'85 sente il richiamo del westernn e dà il volto al celebre personaggio dei fumetti Tex Willer in "Tex e il signore degli abissi", in cui rinnova il sodalizio con Tessari. 

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