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Fabio Fazio, Che tempo che fa: lo studio sulle pubblicità e i telespettatori, siamo già sotto la soglia critica

Alessandra Menzani
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Fabio Fazio fa ascolti deludenti su Raiuno, questo è assodato. Ma se da una parte la Rai assicura che lo share non sta impattando negativamente sugli incassi pubblicitari, c'è chi sostiene il contrario. Il quotidiano Il Giornale è sicuro che il valore dei break pubblicitari all'interno di Che tempo che fa è diminuito: se calano gli spettatori, gli spot vengono pagati di più di quanto valgono. Se gli ascolti calano, cala il valore dello spot, questo è pacifico. Adesso, poi, vuotano il sacco i centri media, coloro che si occupano dei rapporti con le campagne pubblicitarie tra le televisioni e le aziende che investono, e dunque hanno i conti in mano. Giuseppe Basile, responsabile area tv di Publicis Media, dichiara: "Non c'è dubbio che ci sia una notevole differenza tra quanto promesso da Rai pubblicità in termini di contatti (persone che guardano gli spot, ndr) e i risultati di Che tempo che fa". Un milione di spettatori: la Rai prometteva quattro milioni di contatti a settembre, e quattro milioni e 200mila a novembre, mentre a ottobre sono calati a 3.300.000 e nell' ultima puntata addirittura a 2.800.000. Il 20% in meno, dunque, di quanto previsto. "Per questo motivo noi abbiamo lanciato l' alert ai nostri clienti, segnalando il trend negativo del programma. Le nostre preoccupazioni riguardano soprattutto il futuro, perché lo show non mostra segnali di ripresa. Per questo valuteremo, tra gennaio e febbraio, con le nostre aziende come modificare gli investimenti". Se Fazio dovesse perdere ancora spettatori, allora la Rai dovrà regalare spot agli investitori interessati per ripianare i costi dei contatti pagati ma non raggiunti. Un mancato introito. Il Giornale mostra un grafico con dati elaborati dallo studio Frasi. Si basa sul valore di listino di 90.000 euro di un singolo spot di 15 secondi. I numeri dicono che i break valgono dall'8 fino al 50% in meno a seconda degli orari di messa in onda. Dai  4.800.000 del primo blocco pubblicitario (che sono 418mila in meno del previsto) a 3.440.000 del quarto blocco (meno 1milione e 20mila). Numeri che parlano chiaro. Ma la Rai continua a dire che gli ascolti vanno bene. Chi si accontenta gode, forse. "Confrontando i risultati complessivi del prime time domenicale di Raiuno dell' autunno 2017 rispetto all'identico periodo dello scorso anno, Che tempo che fa guadagna complessivamente un +1,83% di share: la rete ha il 16,35% contro il 15,52% del 2016. Con un costo di 410mila euro a puntata, ovvero un terzo di un episodio di una fiction". Contenti loro.

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