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Noemi, gli Stadio, Patty PravoLa pagella delle canzoni di Sanremo

di Alessandra Menzanisabato 30 gennaio 2016
Noemi, gli Stadio, Patty PravoLa pagella delle canzoni di Sanremo

4' di lettura

Primo ascolto e prime pagelle, con due settimane d' anticipo, delle canzoni in gara al Festival di Sanremo (9-13 febbraio) che ha annunciato ieri Elisa, Ellie Goulding ed Elton John come ospiti. Non ci sono capolavori e trionfa, nei testi, la nostalgia.  Dall' audizione abbiamo tratto varie indicazioni, non dimenticando che un primo ascolto è soltanto parziale. Ma che una brutta impressione su una canzone può, al secondo assaggio, divenire pessima. ELIO E LE STORIE TESE (Vincere l' odio). Un demenziale collage di sette canzoni in una, un inno iconoclasta curiosamente attuale visto che si parla di Napoli, dei «femminielli» (ma Sarri e Mancini non c' entrano) e dello stadio San Paolo che tutte le tristezze fa scordar. Divertente. VOTO: 7/8. PATTY PRAVO (Cieli immensi). L' interpretazione della 67enne ex ragazza del Piper nobilita una ballata sull' amore indeciso. Soprattutto quando canta: «Il passato è migliore di quello che poteva sembrare». VOTO: 6+. DOLCENERA (Ora o mai più). Spruzzate di blues con un basso sin troppo pesante in questo gospel bianco durante il quale si replica all' infinito il refrein «Ora o mai più». Mai più, grazie. VOTO: 5. BLUEVERTIGO (Semplicemente). Con Morgan di mezzo qualcuno potrebbe pensare a un piccolo boom: invece la canzone non ha il pugno da ko, è un buon rock sincopato, a tratti prog, che narra vita quotidiana («Televisione banale... Acqua che corre mentre cambio canale...») e fornisce immagini troppo cerebrali per l' Ariston. VOTO: 6+. ALESSIO BERNABEI (Noi siamo infinito). Imita Nek quasi fosse a Tale e Quale Show, l' ex Dear Jack. E il testo di questo electro-pop è da fan dei social network: «Il tuo corpo è la somma di tutti i desideri... La mia pelle è corteccia». VOTO: 4+. NEFFA (Sogni e nostalgia). Imitazione bis: Neffa canta come Celentano. Ha la sua timbrica, in una malinconica ballata in cui si lamenta dei mali dell' uomo: «C' è chi ride perché sei nel fango e gode a farti male». VOTO: 5/6. DEAR JACK (Mezzo respiro). Mezza canzone, piuttosto: monchi di Bernabei, i suoi ex sodali incartano un motivettino giovanilistico. VOTO: 4+. STADIO (Un giorno mi dirai). Delicato spaccato generazionale con due amori: quello perduto verso una donna amata clandestinamente e quello consolidato verso la figlia, dopo che papà ha detto no alle tentazioni extra-matrimoniali. Passione e lacrime uniscono la figlia e il genitore in là con gli anni. VOTO: 7/8. VALERIO SCANU (Finalmente piove). Il vincitore di Sanremo 2010 buca il ritorno all' Ariston. Canta «No, tu non hai capito mai». Capito perché è tra i 20 big? VOTO: 5. NOEMI (La borsa di una donna). Marco Masini scrive, Curreri produce, Noemi canta al meglio: «La borsa di una donna pesa come ci fosse la mia vita dentro». Manifesto dell' universo femminile e delle sue necessità sentimentali. VOTO: 7. ZERO ASSOLUTO (Di me e di te). Inoffensivo pop elettronico. Si rifanno vivi a Sanremo e sembrano i Ricchi e Poveri senza la Brunetta tra i piedi. VOTO: 5. ROCCO HUNT (Wake up). Trascinante rap che strizza l' occhio a Pino Daniele e racconta di canne e di «farsi due risate per i politici in tv». Rocco fa pensare e non manca il buffetto festoso: «Fin quando avremo voce canteremo, chi nella stanzetta e chi a Sanremo». VOTO: 7-. CLEMENTINO (Quando sono lontano). Perde il derby rap-napoletano con Rocco in questo pastiche dove racconta il solito Sud dolente: «Chi porta i figli a scuola tutti i giorni spera in un futuro migliore/ e c' è chi guarda fuori e prega il Signore». VOTO: 5+. ANNALISA (Il diluvio universale). Malinconica solitudine in una tipa che resta senza amore e senza sorrisi. Un verso fotografa la situazione: «E intanto prendo questa metro, l' unica che sorride è una puttana». Da riascoltare. VOTO: 6+. GIOVANNI CACCAMO-DEBORAH IURATO (Via di qui). I duetti hanno sempre tirato a Sanremo e Giuliano Sangiorgi ha scritto questo pezzo su misura per Caccamo e la Iurato che però, quando entra, vanifica l' atmosfera. VOTO: 6-. FRANCESCA MICHIELIN (Nessun grado di separazione). L' ex liceale ed ex X-Factor canta talmente bene che fa perdonare questo pezzo timido timido. VOTO 6-. ARISA (Guardando il cielo). Con la sua voce da usignolo si inerpica in un inno spirituale. Acqua fresca? No, il bel canto vincerà. VOTO: 6+. ENRICO RUGGERI (Il primo amore non si scorda mai). Non è il Ruggeri dei bei tempi, quello che vinse due volte il Festival, ma l' ex Decibel si dimostra chansonnier solido. Tastiere prog e un buon ritmo lo promuovono. Si può dare di più, e lui lo sa. VOTO: 6+. IRENE FORNACIARI (Blu). Si parla di mare, di immigrazione e di pietas. Con un verso sconvolgente e forse inopportuno: «C' è un bambino sulla spiaggia lasciato dal blu». VOTO: 5. LORENZO FRAGOLA (Infinite volte). Naufraga pure lui con una canzone sull' amore perduto. De Andrè lasciamolo stare. VOTO: 5. Le abbiamo ascoltate per voi Ecco le pagelle in anteprima di tutte le canzoni di Sanremo. Leonardo Iannacci