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Maneskin, la dritta di Roby Facchinetti: "Il frontman Damiano?", come rischiano di andarsi a schiantare

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Sui Maneskin l’attenzione è altissima dopo la vittoria contro ogni pronostico al Festival di Sanremo 2021. Una rock band giovanissima che riesce a imporsi sul palco del teatro Ariston non si era mai vista e fa ancora più impressione se si pensa che questi ragazzi fino a sei anni fa suonavano sui marciapiedi di via del Corso a Roma. Roby Facchinetti li ha ascoltati bene e li ha promossi, però li ha anche voluti mettere in guardia, offrendogli preziosi consigli dall’alto della sua esperienza: d’altronde stiamo parlando di uno che ha fatto parte dei Pooh per 50 anni e che può contare su oltre 80 milioni di dischi venduti. 

 

 

Intervistato da Leggo, il tastierista e cantante non ha nascosto che i Maneskin potrebbero essere i Pooh 2.0: “Hanno tutti i numeri per farcela. Mi è sembrato che la qualità musicale sia più che buona. Hanno grinta da vendere e questo lo hanno dimostrato pure su un palcoscenico che, diciamolo francamente, a quel genere lì non è abituato. Anche la teatralità del frontman, Damiano, gioca il suo ruolo ma una band è anzitutto gruppo, insieme, collettivo”. E quindi per avere una lunga carriera “Non basta essere bravi e fare belle canzoni”.

 

 

 Poi Facchinetti ha utilizzato una metafora per mettere in guardia i Maneskin, che non devono commettere l’errore di montarsi la testa o di sentirsi arrivati: “È come se, dopo la vittoria di Sanremo, i Maneskin avessero passato un casello autostradale. Adesso l’autostrada è tutta loro. Non devono farsi prendere dal brivido della velocità, mantenere la giusta andatura, ogni tanto fermarsi per fare benzina, prendere un caffè all’autogrill e rimettersi in marcia più caricati. Si chiama sapersi gestire”. 

 

 

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