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Lollobrigida, il figlio Milko: "Lavaggio del cervello per i soldi"

Gina Lollobrigida

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È guerra aperta tra il figlio di Gina Lollobrigida, Andrea Milko Skofic, e il suo assistente-factotum Andrea Piazzolla, che si spartiranno al 50 per cento l'eredità dell'attrice morta a 95 anni. "Le ha fatto il lavaggio del cervello" perché voleva "i soldi", accusa Skofic. Secondo l’unico figlio della Lollo, infatti, l'assistente della madre - che è a processo per circonvenzione di incapace - ha approfittato della sua debolezza: "Le diceva sempre di sì, salvo poi farle tagliare i rapporti con tutte le amicizie storiche, quando era ormai anziana e vulnerabile, con il fine di dilapidarle il patrimonio", dice in una intervista a La Repubblica. "Ma già prima aveva messo le mani sui conti correnti e le proprietà di mia madre", attacca ancora.

Piazzolla, racconta Milko, "non aveva alcuna capacità tale da coprire ruoli nella gestione della vita professionale di mia madre. Si intrometteva in troppe cose. Ci fu un periodo nel quale lo aveva allontanato. Ma poi è riuscito di nuovo a insinuarsi. Le offrì, gratuitamente, un aiuto in una causa a New York dove aveva un parente avvocato. Ma io le dicevo: 'Guarda che nessuno fa niente gratis'. Infatti poi il conto è stato presentato negli anni successivi: le ha portato via tutto".

 

 

Il primo sospetto su Piazzolla, prosegue, l'ha avuto "una decina di anni fa, mi ricordo che eravamo in cucina, mia madre era ai fornelli: Piazzolla è entrato trionfante declamando che era riuscito a farci fare pace. Io l’ho guardato stralunato, non avevo litigato con lei. Questa è la prima cosa di cui mi pento oggi: mi aveva allarmato, ho sentito puzza di bruciato, ma confidavo nella furbizia ciociara di mia madre". 

"Non dobbiamo dimenticarci che Piazzolla era andato a vivere a casa di mia madre. Un 'manager' che si installa a casa del cliente? Oltretutto 'manager'? Questo ragazzo non aveva e non ha nessuna capacità manageriale, ma vivendo nella villa con lei la isolava dal mondo. Le organizzava compleanni che costavano centinaia di migliaia di euro, ma non era da lei". La stessa Lollobrigida "mi diceva che Piazzolla acquistava delle supercar per rivenderle. Le ho spiegato che era una truffa. I soldi andavano a finire nel conto dei suoi genitori. Perciò mi sono reso conto che era rimasta solo la via legale".

 

 

A quel punto i rapporti tra madre e figlio si sono complicati. "Io sono diventato il diavolo. Non riuscivo più a vederla", "per tre anni non sono riuscito ad entrare a casa sua. Mi chiamavano i suoi amici: 'Perché non ci risponde?'. Quasi tutte le persone che le erano state vicine erano state allontanate, le altre dovevano passare attraverso Piazzolla". Insomma, "era tutto nelle mani di questo ragazzo. Quando finalmente sono andato a trovarla con mio figlio, suo nipote, Piazzolla non ci lasciava soli".

E prima di morire, "dopo l’operazione al femore, a settembre, sono andato a trovarla. Lei scuoteva la testa, ma non riusciva a parlare. Alla fine ha detto solo: 'Ho sbagliato tutto'". "Penso che si fosse pentita di aver allontanato, negli ultimi anni della sua vita, le persone che l’hanno sempre amata". Piazzolla, conclude Milko, "non capisce che ciò che ha rubato a mia madre sono gli ultimi 10 anni della sua vita. L’ha allontanata da tutto ciò che aveva di più caro al mondo: un figlio e un nipote che l’amavano per ciò che era, non per quello che aveva. Adesso spero che i magistrati facciano il loro dovere".

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