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Tananai, "l'ultimo"di successo torna a Sanremo: "Magari mi faccio squalificare"

Fabrizio Biasin
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Ciao Alberto (Tananai, splendido e ultimissimo un anno fa a Sanremo, quindi “esploso” di bellezza come un fuoco d’artificio), tocca a te. Sei pronto?
«Pronto».
Ho scoperto di avere dei poteri e ti propongo uno “scambio”. Ti posso garantire un’esibizione perfetta e senza stecche ma ti costa il gol di Lautaro nel derby. Accetti? 
«Nel senso che il derby finisce 0-0?».
No, nel senso che si rigioca il derby. 
«Allora accetto, sono talmente fiducioso nell’Inter di adesso che non temo niente». (Alberto è un colossale tifoso dell’Inter. «Andavo in Curva Nord, hai visto che coreografia l’altra sera? Pazzesca...»).
Ok, affare fatto. Niente stecche a differenza di un anno fa. Ma sei preoccupato? 
«No, mi sento più maturo, sono cresciuto. L’anno scorso è andata come è andata ma ora è diverso».
Nel senso che sei più tranquillo? 
«Nel senso che sono meno superficiale e decisamente più professionale. Sodi avere un’occasione e non voglio sprecarla. In questi mesi ho accettato i consigli di chi mi sta vicino e ho provato a migliorare me stesso: ho smesso di fumare 40 sigarette al giorno, proteggo la mia voce... Pensa che ieri sera ho bevuto acqua...».

 

 

 


Beh, un bicchiere ogni tanto, dai... 
«No, che poi si sveglia il cane che c’è dentro di me... Aspettiamo domenica che è meglio».
Parliamo della tua canzone, Tango. L’ho sentita: è intensa, “forte”, decisamente diversa da Sesso Occasionale, credo anche difficile da portare sul palco.
«E' così, per una volta non racconto i fatti miei, ma una storia vista da fuori. E, sì, è difficile, spero che arrivi alla gente».
Come è nata? 
«E' nata quando sono andato a trovare Paolo Antonacci con cui l’ho scritta insieme ad Alessandro Raina e Davide Simonetta. Eravamo in un orrendo hotel con la puzza di fumo e delle macchie strane sui muri ed è “uscita”. Era un momento di serenità: a me le cose più profonde e intime vengono quando sto bene».
Strano, in genere è la sofferenza a ispirare gli artisti. 
«Beh, prendi Bukowski. Nei suoi libri era violento, aggressivo, misogino, ma chi lo ha conosciuto lo ha descritto come una persona meravigliosa, un uomo galante. Oh, non che io abbia qualcosa in comune con lui...».
A parte la passione per il bicchiere!  
«Ti ho detto che vado ad acqua, meglio».
Sanremo ti è sempre piaciuto o da ragazzo non te ne fregava nulla? 
«L’ho sempre seguito, facevo anche i video alla tv mettendo i filtri ai cantanti. Però musicalmente non lo sentivo mio, con Amadeus è cambiato parecchio».
 

 

 

 

 

In un solo anno sei passato da sconosciuto a stella, ti manca ogni tanto il vecchio Alberto? Quello che andava in giro per Milano e non doveva preoccuparsi di come doveva vestirsi, cosa doveva dire... 
«Mah, inizialmente ero un po’ traumatizzato, mi sentivo osservato, ma poi mi sono reso conto che non è cambiato niente, frequento ancora gli stessi posti, la stessa gente. Hai presente il Picchio?».
Beh, “baraccio” milanese di livello! Meraviglioso. 
«Ecco, lì per dire ci vado ancora».
Però l’aria è decisamente cambiata. Sei partito con le date nei pub, poi nei club, ora riempi il Forum... Non vorrai mica arrivare a San Siro... 
«Bello San Sirooooo! Sarebbe stupendo...».
...Con il palco sotto la Curva Nord... 
«...no! Dentro la Curva Nord!».
Parliamo di “cuore” che le fan scalpitano. Sei fidanzato? Innamorato? 
«Sì, sono fidanzato e innamorato da più di tre anni».
Dì la verità, si becca di brutto dopo un ultimo posto a Sanremo... 
«Oh, guarda che anche prima avevo lo stesso problema!».
In che posizione arrivi quest’anno? 
«Squalificato».
Bello! Alla Bugo e Morgan? 
«Sì, canterò la loro canzone e ciao ciao».
Se non fossi Tananai quale cantante vorresti essere? 
«Biagio Antonacci! (Con lui sul palco venerdì per il duetto ndr)».
Se non avessi fatto il cantante chi saresti oggi? Ho visto che studiavi architettura... 
«Non avrei fatto l’architetto per rispetto degli architetti».
Sei parecchio legato alla tua famiglia. Tua madre ci tiene alla classifica o chissenefrega? 
«Ma va, anzi. E' da quando le ho detto “torno a Sanremo” che mi dice “ma perché, è andata così bene l’anno scorso! Ma lascia perdere!”. La verità è che sono fortunatissimo ad avere una famiglia che mi ha sempre capito. Tanti cazziatoni e scappellotti, ma anche tanta libertà. A volte li ho fatti disperare...».
Tipo?
«Ho avuto la fase “graffiti”, una notte sono in tangenziale a Cologno Sud, finisco il mio disegno, metto via le bombolette, faccio due passi indietro per ammirarlo e... “buonasera, complimenti!”. Erano i carabinieri».
Minchia!
«Eh, sono tornato a casa e ho citofonato. Risponde mia mamma spaventatissima: “Cos’è successo, perché suoni alle 5! Hai dimenticato le chiavi?”. E io: “No, mamma, ci sono i carabinieri...”. Il giorno dopo sono andato a ripulire tutto. Che “babbo” che ero...». ...
E ora magari conquisti l’Ariston. Puoi scegliere: vincere l’Eurovision, e quindi il Festival, oppure far vincere quest’anno la Champions all’Inter. Pensaci bene.
«...Scelgo l’Eurovision. Noi interisti amiamo soffrire. E comunque torneremo a vincere la Champions insieme allo scudetto e alla Coppa Italia. Segnatelo».
E triplete-bis sia, Alberto.

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