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Massimo Giletti, Sandra Amurri: "Massoni e 007 deviati, andava eliminato"

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Davvero Massimo Giletti è stato fatto fuori da La7 per le ospitate di Salvatore Baiardo a Non è l'arena? La giornalista Sandra Amurri, esperta di mafia spesso ospite del conduttore, scrive a Dagospia per dare la sua versione dei fatti. Una delle tesi più accreditate sostiene che Urbano Cairo abbia sospeso con effetto immediato il talk della domenica sera perché Giletti avrebbe pagato al pentito di mafia un gettone di presenza di 30mila euro per averlo in studio, ma la Amurri è scettica. "C'è davvero qualcuno disposto a crederlo?". Secondo la giornalista, la vera ragione starebbe nel "susseguirsi di inchieste su fatti di mafia-politica-servizi deviati-massoneria, già in parte noti, ma prevalentemente, solo agli addetti ai lavori. Fatti che Non è l'Arena ha portato alla conoscenza di un più vasto pubblico che ignorava, ad esempio, la scomparsa dell'agenda rossa di Paolo Borsellino, del depistaggio Scarantino, della mancata perquisizione della villa di Totò Riina, e della mancata cattura di Provenzano alla base della Trattativa Stato-mafia, dell'arresto per mafia dell'ex sottosegretario all'Interno Antonio D'Alì, della volontà di abolire l'ergastolo ostativo e il regime del 41 bis, necessità prioritarie dei boss Graviano, fino a svelare le debolezze e i vizi del capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro".

 

 

 

L'ipotesi Amurri, che tira in ballo anche inchieste in cantiere "sui cosiddetti intoccabili", è inquietante: "Una variante quando non può essere gestita, viene eliminata. Non sempre fisicamente, per fortuna, ma anche, come è accaduto ieri, dando il via alle trombe della delegittimazione iniziata con la notizia su Twitter della perquisizione della Dia a casa di Massimo e a La7". Il gioco, prosegue la giornalista, è scoperto: far passare Giletti non per vittima, bensì colpevole

 

 

 

 

"Che Giletti - prosegue - sia il brutto anatroccolo nella cosiddetta 'compagnia di giro'" della tv "è stato certificato ieri dal silenzio, con cui è stata ignorata l'inedita e dirompente notizia, fatta eccezione dal TgLa7 di Enrico Mentana". "Chi, come me conosce da molti anni Cosa Nostra - conclude la Amurri -, sa che il filo scoperto ha un nome: Salvatore Baiardo", definito "uno strumento nelle mani di un puparo". Il puparo che avrebbe "bruciato Massimo Giletti quando ha ritenuto che non servisse più perché ha fatto qualcosa di troppo dissonante". 

 

 

 

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