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Massimo Gramellini, lo sfogo in diretta: "Prima di piangere", caso in Rai

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Dopo l'addio di Fazio e Annunziata dalla Rai, potrebbe esserci un'altra fuoriuscita pesante come quella di Massimo Gramellini che da qualche anno conduce il programma "Le Parole" il sabato su Rai Tre. In tanti hanno notato, nel corso dell'ultima puntata della stagione, il mancato riferimento a un prossimo ciclo di appuntamenti dopo l'estate. Come ha sottolineato TvBlog, lo scorso anno il conduttore aveva dato appuntamento ai telespettatori per la nuova stagione autunnale. Quest'anno invece il silenzio su questo punto con un Roberto Vecchioni che ha sussurrato un "magari" legato alla possibilità di vedere Gramellini nuovamente al timone del programma.

"La mia parola è “pubblico” – ha detto Gramellini – In sette anni siete diventati davvero tanti, ma mai come quest’anno abbiamo avvertito l’esistenza di una connessione sentimentale. Questo programma lo sentite come una piccola parte della vostra vita, me ne accorgo quando incontro per strada qualcuno di voi. Per noi non potrebbe esistere complimento più bello. Ma “pubblico” significa anche servizio pubblico. Consentitemi di ringraziare la tanto bistrattata Rai. Al di là e al di sopra degli appetiti di potere dei quali è oggetto dal giorno della nascita, questa azienda è piena di lavoratori, tecnici, dirigenti straordinari. Ho avuto la fortuna di lavorare con molti di loro". Ma non si è fermato qui, il conduttore ha anche parlato del servizio pubblico e del canone: "Un grande dirigente della Rai del passato mi disse che servizio pubblico non consiste nell’avere tutti i racconti della realtà dentro lo stesso programma, ma la possibilità di scegliere più programmi che raccontino la realtà in modo diverso. Ogni spettatore, pagando il canone, finanzia non solo la propria libertà di scelta, ma anche quella degli altri. Paga l’edicola in cui ciascuno di noi va a leggersi il giornale che vuole. Noi abbiamo l’ambizione di essere uno di quei giornali. Le Parole non è un’arena dove ci si scontra all’ultimo sangue. Assomigliamo più ad un gruppo di amici che si ritrovano il sabato sera per raccontarsi la settimana, scambiarsi delle opinioni, farsi quattro risate e, se capita, un pianto. Prima di farne uno anche adesso salutiamoci con un sorriso. Buona estate". Anche lui approderà da qualche altra parte?
 

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