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Chiara Ferragni, guai in arrivo per i pandori: ecco cosa rischia

Caterina Maniaci
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Doveva essere un dolce beneaugurante e pieno di buone intenzioni. Invece, ecco una amara sorpresa. In ballo ci sono grossi nomi: quello della Balocco, industria dolciaria di lunga tradizione, e quello di Chiara Ferragni, influencer e vero e proprio brand che impazza sui social e nei centri commerciali non solo italiani. La brutta sorpresa arriva dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha avviato un’istruttoria nei confronti della Balocco Industria Dolciaria per presunta pratica commerciale scorretta. Perché? Per via dell’iniziativa commerciale “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino” promossa tra novembre e dicembre 2022.

 

 

 

L’Antitrust ricostruisce la vicenda ricordando che in quei mesi, a ridosso di Natale, Balocco ha messo in vendita pandori a edizione limitata griffati Ferragni, per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Secondo l’Autorità, sia nei comunicati stampa sia sulle confezioni del pandoro, il modo in cui veniva presentata l’iniziativa poteva indurre in errore i consumatori facendo leva sulla loro sensibilità per iniziative benefiche a sfondo sociale. I consumatori, infatti, potevano essere indotti a credere che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni contribuissero alla donazione per l’acquisto di un nuovo macchinario mentre la Balocco aveva disposto una donazione in cifra fissa a favore dell’Ospedale parecchi mesi prima del lancio pubblicitario dell’iniziativa e dunque del tutto indipendentemente dall’andamento delle vendite del prodotto.

Così ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi della Balocco Industria Dolciaria con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. «Questo Natale io e Balocco abbiamo pensato ad un progetto benefico a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino», aveva scritto su Instagram la Ferragni in occasione del lancio pubblicitario, spiegando che «abbiamo creato un pandoro limited edition e sosteniamo insieme un progetto di ricerca per nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Sono davvero fiera di questa iniziativa e di rendere il nostro Natale un po’ più rosa e dolce con questo pandoro speciale». La mancata chiarezza intorno al progetto ci sarebbe stata sin dal momento del lancio del progetto. Il Codacons, ad esempio, in un comunicato dichiara che «a gennaio, a seguito di numerose segnalazioni circa la scarsa trasparenza dell’iniziativa di solidarietà e i dubbi sull’utilizzo dei fondi raccolti presso i cittadini che avevano acquistato il pandoro, ci eravamo rivolti all’Antitrust chiedendo di accendere un faro sulla vicenda».

 

 

 

L’associazione dei consumatori fa sapere che «se l’Antitrust confermerà la pratica commerciale scorretta» avvierà «una azione legale contro la Balocco e Chiara Ferragni, chiedendo ai due soggetti di rimborsare il costo del pandoro a tutti i consumatori che hanno aderito all’iniziativa di solidarietà». Scende in campo in versione antitrust anche la Commissione europea. Nel mirino niente di meno che il colosso Google, il quale ha ricevuto «una informazione» sulla opinione preliminare espresso dalla Commissione, appunto, secondo cui la società americana avrebbe violato le norme antitrust dell’Ue distorcendo la concorrenza nel settore della tecnologia pubblicitaria, il cosiddetto adtech. La Commissione, nello specifico, contesta che Google abbia favorito i propri servizi tecnologici di pubblicità online a scapito di fornitori concorrenti di servizi tecnologici pubblicitari, inserzionisti ed editori online. La comunicazione di ieri sull’opinione preliminare non pregiudica l’esito dell’indagine, che è ancora in corso. Secondo la Commissione, dunque, Google avrebbe abusato delle proprie posizioni dominanti almeno dal 2014. 

 

 

 

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