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Fedez, "come gli hanno salvato la vita": il retroscena dall'ospedale

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Melania Rizzoli
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«Ringrazio il personale medico che mi ha letteralmente salvato la vita. Grazie a due trasfusioni di sangue ora sto molto meglio».
Con queste parole, postate sul suo profilo Instagram, il musicista Fedez ha voluto comunicare la sua gratitudine ai sanitari che la notte di tre giorni fa, quando è arrivato in condizioni critiche in ambulanza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, lo hanno operato d’urgenza in endoscopia tamponando una emorragia che gemeva almeno da alcuni giorni da due piccole ulcere insorte silenziose nel punto di sutura subìto due anni fa in seguito ad un intervento demolitivo per un tumore endocrino del pancreas, completamente rimosso insieme ad alcuni organi collaterali (colecisti, duodeno e parte del pancreas). Certamente l’aver frenato in maniera tempestiva, da parte dei chirurghi gastroenterologi in servizio di notte, la grave perdita di sangue, ha contribuito al buon esito della operazione, ma quello che ha «letteralmente salvato la vita» al giovane Fedez sono state le trasfusioni di sangue, infuse in vena una dopo l’altra, e rapidamente, che hanno ripristinato subito il volume plasmatico, ristabilito l’equilibrio ematochimico, ossigenato al meglio l’organismo, e soprattutto dato supporto al cuore, fino ad allora in critica sofferenza anemica.

Il sangue è un componente indispensabile per la sopravvivenza, un elemento naturale non riproducibile artificialmente in laboratorio, e i casi di gravi carenze o perdite deve essere prontamente sostituito con quello dei donatori volontari, un esercito di persone anonime, sane, generose e non retribuite, le quali regolarmente si recano spontaneamente nei centri trasfusionali a privarsi di una parte del loro sangue in favore di riceventi a loro sconosciuti, ai quali spesso salvano la vita. Il sangue donato è considerato il prezioso farmaco naturale salvavita in molte emergenze sia mediche che chirurgiche, che quotidianamente affollano i nostri presidi sanitari. Da una sola dose di sangue donato, che va dai 400 ai 450ml, possono essere prodotte fino a tre sacche, per utilizzare separatamente i globuli rossi, le piastrine e il plasma, e quindi salvare tre vite umane.

 

 

 

IN AIUTO DEI FAMILIARI
Molto spesso si va a donare il sangue quando si ha un familiare ricoverato che ne ha necessità, ma quella donazione non è detto che vada al proprio congiunto, anche se dello stesso gruppo sanguigno, ma sarà utilizzata per un soggetto terzo, di cui non si conosce l’identità, la provenienza, il sesso o la religione, mentre il proprio familiare riceverà il sangue già controllato e selezionato di un diverso donatore. Proprio questa è la parte più straordinaria della donazione di sangue, poiché non si conosce chine sarà il fruitore finale, il quale ne trarrà un prezioso vantaggio di salute e spesso di vita. Chi è in buona salute, ha più di 18anni, pesa più di 50kg, e non ha malattie in atto o patologie croniche può donare il sangue, una procedura semplice,sicura e non traumatica, e soprattutto un gesto di solidarietà e generosità che non ha eguali, perché regalare una parte vitale del proprio corpo equivale a donare un trapianto liquido che sicuramente assicurerà ad una persona di non morire.

Il nostro organismo inoltre, sostituisce il volume del plasma sottratto entro le 24 ore dal prelievo, i globuli rossi mancanti verranno prodotti dal midollo osseo in due tre settimane, come anche il ferro perduto verrà riequilibrato in sei settimane, e tutto questo stimolo metabolico e midollare contribuirà a riattivare e ringiovanire il metabolismo, a fluidificare il flusso sanguigno e per certi versi a ridurre il rischio futuro di ipertensione e cardiopatie. I donatori abituali (che donano circa ogni 90/100giorni) ottengono un controllo accurato e costante del proprio stato di salute, in quanto ogni campione viene accuratamente analizzato e monitorato nel centro trasfusionale ed equivale ad un check-up preventivo molto scrupoloso, poiché essi ricevono a casa nel giro di una settimana le analisi ematochimiche del loro prezioso sangue donato. Nei casi di estrema urgenza, quando per esempio arriva in pronto soccorso la notte un ragazzo vittima di incidente stradale con emorragia in atto ed in serio pericolo di vita, se non si ha tempo di eseguire l’esame del Gruppo sanguigno viene infuso il sangue dei donatori universali, il più raro e il più ricercato, ovvero degli individui con Gruppo 0- (che possono ricevere solo sangue di gruppo 0-), mentre i soggetti del Gruppo AB+ possono ricevere qualunque tipo di sangue e sono perciò detti riceventi universali.

UNA VOLTA NELLA VITA
Si stima che in Italia siano necessarie circa 2.500.000 unità di sangue intero e circa 860.000 kg di plasma ogni anno, ed ognuno di noi, una volta nella vita, potrebbe aver bisogno di essere trasfuso per varie ragioni, per cui incentivare la donazione di sangue, soprattutto tra i giovani, la fetta di popolazione che più manca all’appello, è socialmente utile, per «salvare letteralmente la vita» come è accaduto al giovane Fedez e come accadrà a quelli di ogni età che arriveranno dopo di lui. Per tutti questi motivi invitiamo Fedez, influencer seguitissimo sui social, una volta ristabilito, a promuovere questo dono umanitario, e ad estendere il suo ringraziamento e la sua sincera gratitudine, oltre che ai medici che lo hanno curato, anche ai quei donatori sconosciuti che gli hanno regalato, in un giorno qualunque, il proprio sangue che gli ha permesso di guarire da una emorragia, la quale, senza quelle trasfusioni, avrebbe potuto rivelarsi fatale. 

 

 

 

 

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