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Alessandro Haber, un disastro sul palco: "Ho tirato fuori la lingua, è finita a schiaffi"

Roberto Tortora
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La vita di Alessandro Haber, come spesso accade con gli attori, è stata un romanzo, scritto tra Israele e Italia, con una figlia fatta a 55 anni e delle stampelle che, per fortuna, ora lo hanno aiutato a sollevarsi da una sedia a rotelle, all’età di 76 anni, dopo un’operazione andata male. Questa vita è stata raccontata in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, in cui l’attore ha ripercorso la sua carriera, ma, in virtù della sua infanzia a Tel Aviv, ha anche toccato temi importanti come quello attuale del conflitto israelo-palestinese.

E la prima sentenza è tipicamente “haberiana”, l’attore infatti dice: “Tutto mi sembra assurdo, impensabile. Sogno un mondo alla John Lennon. I palestinesi non stanno con Hamas. Se fossi Netanyahu non mi vendicherei, sorprenderei il mondo”. Quindi, racconta gli anni vissuti in Medio Oriente, prima della nascita dello Stato ebraico, nel 1947: “Ho vissuto a Tel Aviv fino a 9 anni, andavo in una scuola di Jaffa, frequentata da ebrei e musulmani. Non c’erano conflitti. La violenza era dei maestri che mi picchiavano col battipanni, perché ero ribelle, incontenibile, svogliato e non studiavo. Volevo far l’attore fin da piccolo. Quando papà trovò un lavoro migliore, andammo in Italia, a Verona. Mi ritrovai in quinta elementare in classe con Gigliola Cinquetti”.

Quanto alla sua carriera, c’è un regista di cui, più di tutti, ha nostalgia ed è Nanni Moretti: “Lo amo. Mi ha voluto in ‘Sogni d’oro’. Faceva cinquanta ciak per una scena. Era venuto a vedermi a teatro in ‘Dialogo di Natalia Ginzburg’. Mi disse: ‘Ceniamo insieme, solo noi due, e non parliamo di donne e di calcio. Ho sofferto che non mi abbia più richiamato. Ha preso spesso Silvio Orlando, attore che adoro. Un giorno Nanni, quando gli ho detto ma perché non mi hai più chiamato, ha bofonchiato qualcosa che non ho capito”.

Un episodio spiacevole sul palco, accadde ad Haber nel 2011. Prove dell’Otello. Bacia con la lingua Lucia Lavia, lei reagisce con uno spintone, lui le molla una sberla. Pentito, Haber manda un messaggio al padre, Gabriele Lavia, che non gli risponde. Il racconto per l’attore è ancora sgradevole: “Gabriele due anni dopo mi telefonò, proponendomi un film. Le cose andarono così: con Lucia provavamo Otello, che è innamorato pazzo e, dopo il tradimento, nello spettacolo si trasformava. Diventavo scimmiesco, parlavo con un linguaggio animalesco. Alle prove a Lucia avevo chiesto: quanto posso osare? Quel giorno davanti a venti persone, e non in camerino, tirai fuori mezza lingua perché era il personaggio che lo richiedeva. Lucia pianse, chiamò sua madre, Monica Guerritore. Scoppiò l’ira di Dio sul niente. Io non ho mai aggredito una donna in vita mia”.

Non solo relazioni burrascose sul palco, ma anche nella vita, come quella con Giuliana De Sio, un’ansiosa come lui: “Lei mi calmava. E adesso anche Giuliana si è molto calmata. Ricordo che a casa provavo Strindberg, c’erano sette ruoli femminili e lei li faceva tutti e sette”. La storia, però, finì e Haber racconta il perché: “Mi chiamò e disse che mi aveva tradito con un bacio a un uomo. Un giorno mi domandò: ma tu mi hai mai tradita? Sì, anche con delle tue amiche. Mi ero vendicato del bacio. Cominciò a star male. Non vorrei scendere nei particolari, sono cose brutte. Siamo rimasti amici”.

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