Cerca
Cerca
+

Stefano De Martino non è più il signor Belen

Francesco Specchia
  • a
  • a
  • a

«Papà, fidati, questo qui è bravo, non sbaglia un accordo...». Per conquistare il plauso di mio figlio Gregorio Indro- un dodicenne violinista di molta tigna, vigore mozartiano, orecchio assoluto e senso del rock alla Robert Plant - ce ne vuole. Eppure, l’altra sera, ho visto il mio piccolo rompicoglioni cristallizzarsi nell’atto d’ingoiare uno spartito, alla visione di «questo qui»: ossia di Stefano De Martino. Il quale, nella prima serata di Raidue, perfettamente a suo agio nel programma Da Natale a Santo Stefano, se stava seduto al pianoforte a far danzare le mani sulla tastiera come uno scafato professionista.

Bravo, però. Dopodiché, Di Martino, avvolto da «un’atmosfera calda e famigliare, balli, canzoni e momenti comici accompagnati da un’orchestra con 30 elementi e 22 ballerini» (dice la Rai), si è messo a ballare con la stessa allegria di quando faceva il concorrente e poi il coreografo ad Amici. Molto bravo. Eppoi, eccolo smettere lo smoking e slacciarsi il papillon; e indossare il pastrano rosso da Santa Claus e cantare da solo e in coppia con una Nina Zilli da brividi ogni canzone di Natale immaginabile. Bravissimo.

 

MARIA IL PIGMALIONE
Dopodiché ecco Di Martino in un monologo divertito con Maria De Filippi, il suo Pigmalione contro il resto del mondo che non ne intravvedeva il talento, l’unica di cui confessa d’aver soggezione (e qui la curva d’ascolto pare tocchi il picco), la sola con cui sfoglia l’album dei ricordi, fatto di foto da giovanissimo e commenti del tipo: «Guarda quant’eri carino a 18 anni, quant’eri serio», Ottimo. Infine, ecco il nostro eroe concentrato sul camera look - sguardo sornione, da cabarettista - a raccontare l’incidente in moto avuto con una Belen appena conosciuta, avvinghiatagli da dietro, sul sellino: «Eravamo in pronto soccorso, in codice rosso dove arriva Belen! Belen aveva un graffietto sul polso e una caviglia che sembrava slogata e attorno a lei c’erano medici, paramedici, primari, comprimari, e io che avevo il setto nasale fratturato, cinquanta punti di sutura sul braccio sinistra, tendine lacerato ero al pronto soccorso dietro una tenda con un infermiere tirocinante...». E basta tutto ciò a smontare ogni polemica e sputtanamento ad uso di gossip della sua ex fidanzata e, un tempo, unica ragione della sua popolarità.

Ecco. C’è una sorta di nemesi storica nella parabola di questo 34enne napoletano oggi omaggiato di uno legittimo one man show dalla tv di Stato; ma che, per molto tempo, era noto soltanto come “il signor Belen”. Dopo qualche anno e molti programmi assegnatale e occasioni perse da “giovane promessa”, be’, Belen è sempre lì nel limbo; mentre colui che era la sua appendice da rotocalco rosa s’è arrampicato sulla vetta. Il Christmas Show di De Martino su Rai2 è stato un successo, specie per la media di rete. È stato visto da 1.625.000 spettatori, share del 9.5%, in una serata vinta da un inevitabile Al Bano su Canale 5. Quella di De Martino è stata «una serata evento che ha alternato, grazie al supporto di una big band, momenti musicali e comici» con la presenza di Carlo Conti, Francesco Paolantoni, Biagio Izzo e Giulia Vecchio. E questo nonostante alcune cadute di scrittura dello show, tipo lo sketch pro-migranti, tra un signore vestito da “pistacchio di Bronte” e Herbert Ballerina in quelli del candito di panettone.

 

QUALCHE PRECEDENTE
A dire la verità De Martino non è nuovo a performance del genere. Con Bar Stella e la festa dello scudetto del Napoli dallo stadio Maradona le sue quaotazioni sono lievitate nel quasi-silenzio dei media. Ora, De Martino, dal centro di produzione di Napoli quasi del tutto dedicato a lui, aveva dichiarato a Sorrisi&Canzoni Tv di voler «mixare nel mio show elementi moderni e classici del varietà. Quelli condotti da Sinatra, Dean Martin e Jerry Lewis». Certo, non siamo a quel livello. E De Martino non ha i volteggi di Bolle, però lo ricorda. Non possiede le dita a farfalla di Bollani o il genio di Arbore, però sta accumulando tecnica di base. Non è Fiorello, ma ci sta lavorando. Non si può dire neanche che sia nata una stella: il ragazzo è avanzato nella galleria del vento del successo faticosamente, in molti annidi gavetta. De Martino non è il massimo ma, come dice il mio violinista preferito davanti alla tv, «papà, con quel che passa il convento direi che ci si può accontentare».

Dai blog