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Ignazio Boschetto del Volo e i vip truffati: "Fino a 3.000 euro con una foto"

Simona Pletto
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Da Francesco Totti a Federica Pellegrini; dal cantante del Volo Ignazio Boschetto al calciatore Nadja Nainggolan fino a Wanda Nara. Sono tanti i volti noti del mondo dello sport e dello spettacolo caduti in una truffa di cuccioli di cani di razza non truffati direttamente, ma come ignari testimonial.

Un traffico illecito ramificato tra Emilia Romagna, Campania e Slovacchia, e che ha portato all’arresto di sei persone. Grazie agli scatti dei vip, che inconsapevoli hanno acconsentito di farsi fotografare con i loro nuovi amici a 4 zampe, i trafficanti vendevano in Italia a peso d’oro (circa 3mila euro) i ricercati cani – che per l’accusa erano invece meticci – spacciati come cuccioli di Bulldog francese e Pomerania. Esemplari simili al Bulldog francese ma in Italia privi di valore commerciale, perché non certificati dall’Ente nazionale cinofilia italiana, unico organo titolato a rilasciare la certificazione genealogica ufficiale.

 

 

 

Gli indagati, finiti nei guai per associazione a delinquere transnazionale e frode in commercio, in poco tempo erano riusciti a consegnare circa 130 cuccioli, di cui ben 114 in Italia.

Un business da quasi 400mila euro, fatto saltare dall’inchiesta e dal sequestro del sito “I cuccioli di Carlotta”, dove venivano pubblicizzati gli animali. In manette sono finiti il 39enne romano, Paolo Pecoraro, considerato la mente e già in carcere in Svizzera; insieme alla convivente coetanea slovacca, Katerina Beresova, arrestata in Slovacchia. Sempre su richiesta del sostituto procuratore di Ravenna Marilù Gattelli, il gip Andrea Galanti ha emesso un ordine di cattura indirizzato ad altre due persone, una coppia residente a Caserta, lui finito in carcere e lei ai domiciliari. Un altro esponente ha avuto come misura l’obbligo di dimora a Monza, mentre il sesto componente dell’organizzazione è ancora ricercato all’estero.

 

 

L’inchiesta, condotta dal raggruppamento Carabinieri Cites–Soarda, nucleo carabinieri forestali e squadra mobile della Polizia di Ravenna, è partita alla fine del 2018 dopo una serie di vendite contestate in Romagna. In particolare, un uomo di Cervia nell’autunno 2018 ne aveva comprato uno per 2300 euro. Lo aveva scelto su internet col mantello blu-grigio e gli occhi chiari, guardando proprio un post pubblicato il 28 settembre dalla nuotatrice Pellegrini. Ma poi si era accorto della irregolarità della compra-vendita.

L’associazione infatti promuoveva la cosiddetta “variante esotica”, una razza caratterizzata da manto grigio, blu e lilla, non contemplata dagli standard di razza fissati dalla Federazione Cinologica Internazionale. Gli animali venivano importati illegalmente da un allevamento in Slovacchia, dove era registrata la sede legale della società “I cuccioli di Carlotta sro”, sebbene gli uffici risultassero dismessi. La promozione avveniva attraverso un sito internet, social network e, come detto, anche da vip ignari delle modalità illegali di importazione e vendita. Tutto documentato con post e foto, inseriti nel fascicolo della procura ravennate.

Tra gli scatti carpiti dai commercianti arrestati, c’è quello del 9 settembre del calciatore ex Juve e Bologna, Frederik Sorensen, ma anche quella della giornalista Irene Tarantelli e del calciatore Nainggolan, ex Roma e Inter, che ha raccontato a verbale di una proposta: la pubblicazione di una sua foto in cambio del cucciolo a gratis. Invece l’ex capitano della Roma, Totti, era stato immortalato con il cucciolo, ma l’animale non gli è mai stato consegnato.

«Il Bulldog francese in questo momento è una tra le razze più richieste», spiega l’avvocato Massimiliano Bacillieri del Foro di Bologna, uno dei massimi esperti italiani in cause di animali. «Vengono acquistati come status simbolo, non per mostre. E sono di razza. Spiego come funziona: Enci è un ente pubblico-privato per la certificazione genealogica dei cani che solo in Italia vanta il monopolio. Poi c’è l’Aci (Associazione cinofila italiana, ndr) riconosciuta a livello mondiale ma non in Italia e che certifica solo la razza. In Italia può accadere che un cane abbia il certificato Aci ma non Enci, e che quindi risulti illegale. Ma le garantisco che io, su 20 cause in cui ho discusso questa anomalia, ne ho vinte altrettante. La truffa aggravata di cani, ad ogni modo, viene punita con pene fino a 5 anni».

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