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Amadeus, pacco al Pd: non fa il martire e delude la sinistra

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Daniele Priori
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Lasciamoci così, senza rancore. Tra Amadeus e la Rai è arrivato il giorno dei saluti ufficiali. Con dispiacere, ovviamente, da parte della Rai ma decisamente senza i toni apocalittici che i politici di sinistra continuano a tenere da giorni, profetizzando l’avvenire più cupo per la tv di Stato che continuano a chiamare TeleMeloni. Stadi fatto che nel pomeriggio di ieri, dopo tanti giorni di silenzio, interpretati solo dal malandrino ventriloquo ufficiale, l’amico Fiorello, il primo a smentire le prefiche mancine è proprio Amadeus che, uscito dall’incontro “cordiale” col dg Giampaolo Rossi nel quale in tarda mattinata è stata definitivamente pronunciata la parola addio, finalmente libero di parlare di nuovo, ha registrato un video nel proprio camerino. Come a voler dire, in primo luogo, che il lavoro continua. In Rai fino a fine stagione e poi, genericamente «in tv» dove Ama ha dato appuntamento concludendo il videomessaggio diffuso attraverso il suo proverbiale profilo Instagram inaugurato lo scorso anno in diretta sul palco dell’Ariston.

«Lavorare in Rai per tanti anni è stato per me motivo di orgoglio, di responsabilità e immenso piacere. Al servizio pubblico va il mio più sentito ringraziamento» ha esordito il conduttore. «Grazie a tutti i dirigenti che ho incontrato negli anni, che hanno riposto in me fiducia, garantendomi autonomia e serenità. Non è stata per me una scelta facile – sottolinea l’ex direttore artistico del Festival di Sanremo - anche in considerazione degli sforzi importanti fatti da Rai per trattenermi, e senza che io abbia mai fatto alcuna richiesta per favorire i miei familiari o per escludere miei passati collaboratori, a dispetto di quanto è stato fatto circolare sulla stampa negli ultimi giorni. Non è nel mio stile». Passaggio che ha ricevuto un plauso pressoché unanime: dal Codacons agli amministratori Rai, l’ad Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi. Quindi ancora ringraziamenti, in primis alle maestranze Rai, ai colleghi e un pensiero ai programmi «che appartengono al pubblico, ma rappresentano per me, un pezzo di cuore e di vita. Sono entrato ogni giorno nelle case di milioni di persone, ho provato a ripagare il grande affetto e l’apprezzamento ricevuto, con il lavoro, la professionalità, il rispetto e la libertà. Ho dato tutto me stesso. Ora è tempo di nuove sfide professionali e personali. È tempo di nuovi sogni». Un futuro che comincerà dopo l’estate sul Nove, nuovo albero della cuccagna per i big della tv italica. Per Amadeus si parla di un contratto da 2,5 milioni l’anno e una probabile direzione artistica dell’intrattenimento della rete Warner. Non prima, però, di aver salutato in maniera spettacolare e di buon’ora, il 10 maggio, ospite dell’ultima puntata di Viva Rai2! con Fiorello, altro nome sul cui futuro in Rai c’è un grosso punto interrogativo. E se, come detto, i toni del responsabile informazione del Pd, Sandro Ruotolo insistono nel mood che va dal malinconico al preoccupato, aggiungendo ad arte il nome di Amadeus a quello di Fazio, Annunziata, Gramellini per dimostrare come la Rai sia diventata «una casa inospitale». Proprio dalla Rai, nell’attesa e complicata nota ufficiale, al rammarico perla separazione, si aggiunge «la certezza di aver fatto ad Amadeus tutte le proposte possibili in termini economici ed editoriali nella piena garanzia della massima libertà artistica».

 

 

Fa l’americano il presidente della Regione Liguria, Toti, business is business. «È il mercato, bellezza. Quando le persone hanno un valore, ascolti e una capacità professionale importante, è evidente che le televisioni, come in generale le aziende, se le contendano». Di tono simile, improntati al pragmatismo, anche i commenti giunti da Fratelli d’Italia, a partire dalla vicepresidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, Augusta Montaruli: «Non commento le scelte di un artista, ognuno è libero di fare quello che vuole». Più coloriti i commenti degli ex colonnelli della destra: con l’ex sindaco di Roma, Alemanno che ha commentato con un «torna a bordo, cazzo!» e il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri che ha detto: «Di Amadeus ce ne faremo una ragione. Continuerò a non vedere il Nove ma beato lui che fa soldi». Più bonario e ovviamente ecumenico, sul fronte vip, il saluto di Carlo Conti, collega e grande indiziato come erede dopo essere stato anche il predecessore di Ama alla guida di Sanremo: «Perdo un grande compagno di squadra ma sono certo che abbia fatto una scelta più giusta per lui. Una scelta difficile ma ben ponderata».

 

 

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