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Paola Barale "trattata malissimo da Mike Bongiorno": la crisi di pianto davanti a tutti

Roberto Tortora
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Oggi è una splendida donna matura, recita a teatro, fa inchieste sulla maternità surrogata per Le Iene e ha scritto un libro sulla menopausa che ha ispirato una proposta di legge (Non è poi la fine del mondo, Sperling&Kupfer), ma già negli anni ’90 e Duemila è stata una vera e propria icona sexy. Il corpo del millennio sul calendario di GQ firmato Fabrizio Ferri. La sosia italiana di Madonna, stiamo parlando ovviamente di Paola Barale, intervistata su Corriere della Sera da Candida Morvillo. 

Da insegnante di educazione fisica a Fossano, in provincia di Cuneo, a donna di spettacolo con Mike Bongiorno, che la fece anche piangere: “Dopo sette anni con Mike stava diventando una specie di lavoro di ufficio e io non sono da ufficio. Quando Canale 5mi chiese se volevo presentare La sai l’ultima? con Gerry Scotti, accettai, ma mi dissero che dovevo essere io a dirlo a Mike, che era un signore vecchio stile. Avevamo un rapporto formale, come fra datore di lavoro e dipendente. Glielo comunicai e sembrava che l’avesse presa bene. Torna il giorno dopo e, in studio, davanti a tutti, mi accusa di irriconoscenza, mi tratta malissimo. Non me l’aspettavo. Ebbi una crisi di pianto pazzesco”.

 

 

 

Anche Maurizio Costanzo, però, la definì “capricciosa” dopo che lei lasciò Buona Domenica: “Non mi fece scenate, ma andai via e il telefono smise di squillare. Non sono esperta in matematica, ma uno più uno fa due. Comunque, non ero capricciosa: ero portatrice di novità non sempre apprezzate. Sono stata la prima a mettere in tv gli abiti firmati invece che quelli dei costumisti. Dolce e Gabbana mi disegnarono 25 look col push-up a vista, che non piacevano alla produzione. Ero stata la prima a introdurre il make up lucido invece del cerone emi dicevano che sembravo sudata”.

 

 

 

Oggi, a 57 anni, Paola Barale è sempre in cerca dell’amore. Ha amato, certo, in passato, ma qualche volta ha tenuto il piede in due scarpe: “Mi è successo di tradire quando un rapporto era agli sgoccioli. Ora, non tradirei più: accetterei la fine del rapporto e lascerei. Se accetti un rapporto che non funziona più, sbagli e non puoi lamentarti se vieni tradito”. Passò alla storia il tradimento di Raz Degan, suo fidanzato, con Kasia Smutniak: “Mi è successo anche di perdonare. Nell’arco di una relazione lunga, ti metti in discussione. Ma, ormai, sono anti-perdono, perché ho perdonato e poi ho scoperto che lui ci era ricascato. E lì ho dovuto imparare a lasciare anche se ero ancora innamorata. Da allora, davanti a un uomo, mi chiedo se sta dicendo la verità o è un fake. Poi: spero ancora di aprire un portone e sbattere contro l’uomo della mia vita, ma quell’uomo non mi metto a cercarlo, non mi manca. Sono single dal 2015. Ma questo non significa che non ho avuto qualcuno. Sono per la situationship più che per la relationship. È ora che le donne possano ammettere di avere una vita sessuale senza essere giudicate”.

Spesso viene indicata come bisex o fluida, lei spiega: “A parte che, idealmente, potrei anche innamorarmi di una donna, un’idea ce l’avrei... Forse perché non sono mai andata a letto con nessuno per lavorare e perché, se non sono in tv, non porto i tacchi, non metto le gonne, sono maschile, e perché avevo la quinta e mi sono operata per avere la terza. Viviamo ancora in una società in una cui, se metti gli anfibi, forse non sei etero e non si capisce perché una non è felice di mostrare seno e sedere”.

E qui, ovviamente, non si può non parlare del suo calendario su GQ: “Mostrarmi non mi è mai piaciuto. Io, dall’ombrellone al bar, non vado in costume, mi vesto. Di calendari me ne avevano offerti cento, accettai quello di GQ perché era per il primo numero di una rivista fino ad allora solo americana: era un progetto nuovo, storico. E scattava Fabrizio Ferri. Farlo fu stupendo. Sul set a Pantelleria erano tutti così gentili e attenti che non mi sono mai sentita nuda”. A quasi 60 anni, Paola Barale ha un sogno davanti a tutti gli altri: “Lasciata Buona Domenica, andai al Kumbh Mela, fra venti milioni di indiani in pellegrinaggio per immergersi in un fiume. Voglio viaggiare, perché, per lo stupore di sentire toni di voce o odori mai sentiti, di vedere alberi incredibili e animali pazzeschi, torno bambina”.

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