Prosegue il botta e risposta tra il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e l'attore Elio Germano. Dopo la replica del primo agli attacchi del secondo, ecco che Germano rincara la dose. "Ci sono ministri, o rappresentanti dello Stato, che lasciano una sensazione inquietante: giurano sulla Costituzione, ma forse non ci credono. Non in quei principi, non credono nell’uguaglianza: si considerano più degni, più forti, con più diritto di parola rispetto ad altri", esordisce l'attore all'interno di un cinema alla periferia di Roma durante l'incontro sul film "Iddu".
E ancora: "C’è una necessità di raccontare e squarciare un po’ di propaganda su quello che è successo in questo Paese: è quello che non ci fanno studiare nei libri di storia, le mafie, le connivenze, i Servizi, le stragi del terrorismo nero". Ecco allora che incalzato da Repubblica, non si risparmia sul referendum dell'8 e 9 giugno. O meglio, su quello che la sinistra definisce un "boicottaggio" da parte del governo ai quesiti referendari proposti dalla Cgil.
Nanni Moretti guida la rivolta coi fondi in tasca
“Io ero un autarchico”. La filmografia di Nanni Moretti andrebbe ritoccata, correggendo all’imperfetto..."Diciamolo anche a chi ha abbandonato la politica o si sente deluso: il referendum è uno strumento importante, mi auguro che tutti sappiano coltivarlo, che si vada a votare". Finita qua? Neanche per sogno: "È inquietante - prosegue Germano - che all’anniversario delle stragi si invitassero solo i parenti del terrorismo rosso. C’è stato anche il terrorismo di Stato, nero. E abbiamo invece personaggi che rivestono cariche di partito, vedi il neo vicesegretario della Lega, Vannacci, che indossano le maglie della Decima Mas: non dovrebbe essere consentito, se uno come Junio Valerio Borghese ha tentato un colpo di Stato nel Paese. Non credo che un esponente del Pd possa andare in giro con la maglietta di un brigatista. Così come mi inquieta sentire parlare di premierato: pare fosse il sogno di chi voleva fare un golpe".