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Quarta Repubblica, Alberto Zangrillo contro il comitato tecnico scienfico: "L'apice dell'eccellenza in Lombardia, no seconde ondate"

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Alberto Zangrillo si collega con Nicola Porro a Quarta Repubblica, in diretta su Rete4, e ribadisce la sua tesi sul coronavirus clinicamente morto. “Ho solo detto quello che tutti i clinici d’Italia osservano - dichiara il primario della terapia intensiva del San Raffaele di Milano - il virus non è mutato, ma gode di una sorte di immunità ci limitiamo ad osservare i fatti”. Zangrillo sostiene con convinzione che i numeri che vediamo oggi “ci dicono che stiamo vincendo la nostra battaglia. La paura era giustificata, io ho avuto molta paura, ora dobbiamo uscirne e siamo sulla buona strada”.

 

 

Poi il discorso si sposta sulla polemica che si è innescata con il comitato tecnico scientifico, che lo ha trattato come se fosse un eretico, mentre in tanti virologi hanno approvato e avvalorato la sua tesi: “Io ho il massimo rispetto per il comitato, anche se alcune indicazioni mi sono sembrate indigeste, l’apice dell’eccellenza sanitaria l’abbiamo toccato in Lombardia”. Inoltre Zangrillo ha sconfessato la teoria degli esperti del governo riguardo ad una seconda ondata in autunno: “Noi immaginiamo che non ci dovrebbe essere”. Il viceministro Sileri è sembrato convito dalle posizioni espresse dal primario del San Raffaele: “Io sono d’accordo con Zangrillo, negli ospedali non arrivano più malati gravi. La paura deve essere sostituita dalla sicurezza”. 

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