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Ilaria Capua a DiMartedì: "Natale e coronavirus? Perché cosa accadrà lo capiremo domani e venerdì"

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La festa del ringraziamento negli Stati Uniti sarà un importante banco di prova per capire se incontri e riunioni familiari peggioreranno la situazione dei contagi da Covid-19. "Gli Usa sono un Paese che non ha regole obbligatorie, non esistono direttive nazionali sull'uso delle mascherina e non ci sono restrizioni agli spostamenti. Il thanksgiving sarà come una prova generale", a parlare è la professoressa Ilaria Capua, ospite a DiMartedì su La7. Secondo la virologa, dopo la festa - che si terrà tra giovedì 26 e venerdì 27 novembre - si avranno 20 giorni di tempo per osservare l'onda epidemica: "Vedremo così se subito prima di Natale c'è un'impennata dei casi gravi e dei morti e in quel caso, come io credo che sarà, bisognerà davvero fare un Natale ristretto". 

 

 

 

Inoltre, come ha spiegato l'esperta, sarà difficile scongiurare una terza ondata se si festeggerà  il Natale come ogni anno, con tanto di vacanze e settimane bianche.  "Se non si sta molto attenti a Natale e nella stagione post natalizia, ci saranno dei cicli successivi di amplificazione del contagio", ha continuato la Capua. Secondo lei, poi, un via libera tutti renderebbe più difficile la vaccinazione: "A fine gennaio-inizio febbraio, quando dovremo essere pronti per vaccinarci, avremmo un aumento della circolazione virale e vaccinare in corso di infezione è ancora più complicato". Ecco perché raccomanda di restare a casa. "Il problema più grave in questo momento è la fatica pandemica dentro gli ospedali. Medici e infermieri non ce la fanno più. Non possiamo pensare di fare festa a Natale e poi vomitare malati sul sistema sanitario nazionale. Non possiamo farlo perché crolla tutto", ha concluso la virologa. 

 

 


 

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