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Chiara Lubich, stasera la prima tv della fiction: parla lo sceneggiatore

Mariachiara Rossi
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Scegliere di aprire il palinsesto Rai della nuova stagione 2021 con il film biografico dedicato alle gesta di Chiara Lubich (1920-2008), premio Unesco per la Pace e per i Diritti Umani, e fondatrice del Movimento dei Focolari, non è una decisione casuale. Chiara Lubich. L’amore vince tutto è una pellicola prodotta da Luca Barbareschi, regia di Giacomo Campiotti e coproduzione di Rai Fiction-Eliseo Multimedia, che farà il suo esordio stasera alle 21.25 in prima serata su Rai Uno: «L’idea originale prevedeva che la pellicola andasse in onda a stagione inoltrata ma considerando il momento storico ci è sembrato azzeccato inaugurare l’anno con un film che offrisse ai telespettatori l’esempio di una vita straordinaria, spesa in favore del prossimo, con una cornice altrettanto drammatica come la Seconda guerra mondiale».

A rivelarlo è Francesco Arlanch, uno degli autori del film, sceneggiatore di diverse pellicole e serie tv targate Rai (Doc è l’ultima da lui firmata): «Il progetto nasce più di quattro anni fa e ha avuto una lunga gestazione. Con gli altri autori, Luisa Cotta Ramosino e Lea Tafuri, ci siamo ritrovati di fronte al problema di condensare in poco tempo, le azioni di una vita ricchissima. Nel film raccontiamo gli anni di nascita del Movimento, dal ’43 al ’45, con ambientazione Trento e in parte Roma, dove poi la protagonista venne esaminata dal Sant’Uffizio»

Oggi è in corso il processo di beatificazione di Chiara Lubich (all’anagrafe Silvia ndr). Come è stato lavorare a questa sceneggiatura?

«Avevo già scritto le biografie di personaggi importanti (Maria di Nazareth, Sant’Agostino, Paolo VI ndr) ma questa è stata particolarmente difficile. Si tratta della narrazione di una donna che può essere considerata una contemporanea e  dunque lo sviluppo della storia richiede verità e correttezza. Il suo movimento raggiunge 2 milioni di aderenti in tutto il mondo».

Avete ricevuto l’approvazione dai focolarini?

«Loro ci hanno chiesto di raccontare la storia di Chiara dalla nostra prospettiva. Ma allo stesso tempo abbiamo sentito la responsabilità di descrivere il destino di una donna che è stata una madre per milioni di persone, con o senza fede»

Qual è il rapporto tra la protagonista e la Chiesa nel film?

«A quei tempi fu sottoposta al giudizio del Sant’Uffizio che indagava sul suo movimento. Come ultima prova le fu richiesto di abbandonare temporaneamente la guida dei focolarini per dimostrare l’integrità di questo gruppo. Nel frattempo il movimento è cresciuto ed è stato riconosciuto dalla Chiesa».

Che tipo di donna è Chiara Lubich?

«Una donna giovane, moderna e gioiosa, con uno stile concreto, che si pagava da vivere facendo la maestra e che una volta iniziati i bombardamenti a Trento si dedica alla cura dei più deboli con il suo gruppo di amiche. Nel film mettiamo in luce proprio l’amicizia tra un gruppo di sei giovani donne sempre disponibili verso il prossimo, da cui poi nascerà il focolare stesso »

La protagonista è interpretata da Cristiana Capotondi…

«Si tratta di un’attrice Rai molto amata e di una professionista conosciuta anche sul grande schermo. Nel film Chiara ha 23 anni e non potevamo scegliere un’attrice con troppa esperienza. Capotondi si adattava perfettamente al profilo che cercavamo»

Mentre a vestire i panni di Ines, una delle sue più care amiche, sarà Aurora Ruffino.

«Anche lei è un’attrice giovane ma già conosciuta dal pubblico grazie soprattutto alla serie Rai Braccialetti Rossi. Ci teniamo molto a raggiungere un target giovane»

Ultima domanda. Non crede sia un po’ utopistico il titolo “L’amore vince tutto”?

«No, anzi. Il ruolo di Chiara è stato fondamentale nel dopoguerra italiano diviso da estremismi opposti: ha permesso di rimarginare le ferite, conciliando persone separate dall’odio».

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