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Che tempo che fa, Luciana Littizzetto a Draghi: "Grandissimo figlio di BCE", l'imbarazzo di Fazio

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Guerra, condizionatori spenti e sacrifici occidentali. Luciana Littizzetto, a Che tempo che fa su Rai3, dedica la sua "letterina" a Mario Draghi, che in settimana ha detto a chiare lettere agli italiani che devono prepararsi a scegliere tra la pace in Ucraina e un'estate al caldo, causa razionamento energetico. "Caro Draghi, esimio Dragomboll, Supermario Bros, drugo del drago, grandissimo figlio di BCE - esordisce la comica torinese, davanti a un Fabio Fazio sempre più sulle spine -. A scriverti è un’italiana che vive nella pianura padana, lembo di terra con il peggiore clima del pianeta: Alaska d’inverno, deserto del Gobi d’estate...". 

 

 



Si inizia sorridere, ma il messaggio di Lucianina è serissimo: "Caro Draghi, l’altro giorno  ci hai chiesto: meglio la pace o il condizionatore acceso? Vedi, Marionissimo, tempo fa c’era uno slogan che urlavano i contestatori: vogliamo il pane e le rose. Adesso se vogliamo la pace rinunciamo alle cose. Ti rispondo subito: Io scelgo la pace e l’aria condizionata spenta. Se per far finire questo scempio ci sono dei sacrifici da fare, io ci sto".

 

 

 

 

Di fronte agli orrori di Bucha e Mariupol, i "sacrifici" citati dalla Littizzetto sono ben poca cosa, quasi imbarazzanti. "Guideremo con i finestrini abbassati e monteremo i coprisedili coi pallini di legno, che non rinfrescano un tubo e ti demoliscono la schiena, ma almeno non ti si incollano le chiappe al sedile. E se d’inverno avremo freddo la sera, metteremo la felpa, il maglione, tre piumoni oppure ci scalderemo nel modo più naturale del mondo, con lunghe sessioni di ciupa dance acrobatico".

 

 

 

La questione è però eminentemente politica: "Camminerei sui carboni ardenti per la pace, e aiutaci anche tu, ti chiami Draghi, sputa fuoco per scaldarci. Perché c’è un freddo che non mi piace. È il freddo che viene dall’Est, che sento quando vedo foto come queste". E sullo schermo in studio compaiono le immagini della guerra e delle sue vittime innocenti.

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