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Non è l'Arena, Wanna Marchi e il sorriso raggelante: ciò che pochissimi hanno notato

Claudio Brigliadori
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La politica è una televendita con mezzi potentissimi e i talk ne sono una versione solo più compressa e schizofrenica. Forse è per questo che Wanna Marchi, a Non è l'Arena su La7, sembra a suo agio. Altro che "pesce fuor d'acqua», qua siamo di fronte a un pesce di nome Wanda. E che pesce: sguazza, rimesta, annaspa e poi riparte a tutta velocità stile barracuda.

 

Insieme alla figlia Stefania Nobile mette a ferro e fuoco lo studio di Giletti. Il primo a farne le spese è il povero Luca Telese: «La cosa che mi chiedo è come si possano truffare dei poveretti. Avete scelto di fare una banca dati per poi colpirli e alcuni mandarli in rovina. Gli avete preso anche 500mila euro». Risposta lesta della Nobile:«Mi dica lei se ha mai visto un povero con 500mila euro». Come argomento difensivo fa un po' acqua, ma al gatto e alla volpe delle cure dimagranti non interessa granché. «Guardi signor Telese - aggiunge la Marchi -, forse a lei serve uno scioglipancia».

 

Ce n'è anche per Milva Magliano, ex collaboratrice e accusatrice: «Una pazza, una mitomane. Nel momento in cui viene dichiarato il fallimento della nostra società fatturavamo 5-7 miliardi al mese. Nessun pazzo avrebbe fatto fallire una società così. Lavoravamo tutto il giorno, non ci concentravamo sulla parte amministrativa, purtroppo». Sarebbe interessante conoscere il parere del Mago di Nascimiento, loro sodale in video e fuori. Se la Nobile se la passa discretamente («Io sono dipendente a Milano e ho un signor stipendio, lavoro nei locali con il mio ex fidanzato da 20 anni»), la Marchi non può dire altrettanto e Telese infierisce: «Ma quanto prende la signora di pensione avendo guadagnato 30 miliardi?». «600 euro al mese, capito? Questa è l'Italia». E quando il giornalista le chiede se versi i contributi, un sorriso sardonico. Basta così, d'accordo?

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