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Francesca Fagnani, "gli ho chiesto...": cos'ha fatto arrabbiare Ferrero

Francesca D'Angelo
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Ci risiamo. Ogni volta che riparte Belve - da martedì, in seconda serata su Rai Due - scatta un braccio di ferro tra la conduttrice Francesca Fagnani, Viale Mazzini e l'ospite di turno: se l'anno scorso Elettra Lamborghini aveva preteso di supervisionare l'intervista, pena la mancata messa in onda (come poi è successo), adesso è il turno di Massimo Ferrero. L'imprenditore vorrebbe che una domanda venisse tagliata. Francesca Fagnani ha risposto picche, ora la palla passa alla Rai.

 

 

 

Si può sapere che cosa gli ha chiesto di tanto scottante?
«Niente di che. Com' è noto, c'è un processo in corso quindi non avrei mai posto delle domande tecniche a riguardo. Volevo invece capire come stesse vivendo, dal punto di vista personale, la sua vicenda giudiziaria. Lui ha risposto ma, a fine intervista, ha preteso che questo passaggio venisse tagliato».

Accetterà?
«Io no di certo e spero che, stavolta, la Rai mantenga il punto, mandando in onda l'intervista così com' è, senza tagli».

Ma potete farlo, senza la sua liberatoria?
«Nel momento in cui un personaggio pubblico accetta di parlare, a telecamere accese, in uno studio e resta fino alla fine, addirittura ringraziando con un sorriso prima di andare via, quel video può essere mandato in onda. La Rai può quindi farlo. Deve solo deciderlo».

Temo che finirà come l'altra volta, con RaiDue che, per non incorrere nelle ire della Lamborghini, ha bloccato tutto.
«Sarebbe un peccato. Non tanto per me, perché ho un parco ospiti nutrito: posso velocemente sostituire Ferrero con un altro nome. Tuttavia sarebbe importante che la Rai desse un segnale, a difesa della libertà giornalistica. Sono fiduciosa».

È vero che Noemi Letizia ha dato forfait all'ultimo?
«Sì. L'avevamo contattata quest' estate: avevo parlato prima con il padre, poi con lei, e avevamo organizzato tutto in modo da permetterle di fare l'intervista. Per dire, eravamo riusciti a ottenere il permesso di farle portare uno dei suoi figli in studio, per allattarlo. Poi, tre giorni dopo le elezioni, è scomparsa».

Cos' è successo?
«Non lo so: non ha avuto la gentilezza di spiegarcelo. Forse qualcuno le ha sconsigliato di rilasciare l'intervista o forse non le conveniva più».

Com' è che le interviste stanno diventando un problema?
«Gli ospiti sono viziati e spesso vanno nei talk solo per promuovere un libro o un film. Personalmente credo invece molto nell'intervista conoscitiva, che permette di mostrare un lato inedito della persona».

Come quella che fece, nel 2018, alla Meloni?
«Sì, esatto. Lei si raccontò in modo molto generoso, soprattutto per quel che riguardava la sua vita privata, e secondo me è stato utile per inquadrare meglio il personaggio al di là delle posizioni politiche. Credo sia risultata interessante anche per i suoi non elettori».

Difficilmente lei invita lo stesso ospite due volte: in questo caso farebbe un'eccezione?
«Be', certo! Meloni ha avuto un'evoluzione personale importante, dal 2018 a oggi, quindi ci farei la firma».

Altri politici?
«Conte ha accettato il nostro invito ma ha detto che verrà più avanti: non subito. Ora come ora, però, sto facendo un pensierino su Casalino: quasi quasi chiedo "il cambio" e invito lui al posto di Conte. Mi divertirebbe di più... Poi avremo la senatrice di FI Ronzulli».

 

 

 

Sta corteggiando anche il ministro Roccella?
«No. È sicuramente una personalità interessante ma non ne conosco il temperamento. Non mi sembra sia da Belve: cerchiamo nomi divisivi e spero che lei non lo sia, visto il delicato ministero affidatole».

Oggi si parla con insistenza di un femminismo di destra: che ne pensa?
«Mi pare siano distinguo stucchevoli. I diritti dobbiamo saperli usare, non piangerci addosso. Le battaglie per le donne sono state fatte sia da destra che da sini stra».

Domanda d'obbligo: meglio "il" o "la" premier?
«Guardi, non ne posso già più di questo dibattito: non mi appassiona per niente. Nonostante la lingua esprima una visione del mondo, giudico l'emancipazione di una donna dai fatti e da come si conquista il proprio posto nel mondo, a prescindere dalla gentile concessione delle quote ro sa».

A Belve arriverà anche l'avvocato Bernardini De Pace: un modo per parlare del caso Totti?
«No, no! Non faccio gossip. Il format di Belve resta lo stesso: sono dei ritratti personali».

Veniamo a lei: quest' anno Belve passa da una a tre volte a settimana. Teme la maledizione del 2% che sta affliggendo RaiDue?

«I programmi di seconda serata dipendono molto dal traino. Alcuni show di prime time funzionano bene, come per esempio quelli di Stefano De Martino, altri meno».

Lei andrà in onda dopo De Martino?

«Purtroppo no: lui va al lunedì, Belve al martedì, mercoledì e giovedì. Tuttavia sono tranquilla perché alcuni titoli giocano un altro campionato: oltre all'ascolto generalista bisogna considerare la viralità online dello show, le visualizzazioni su RaiPlay... a quel punto il problema diventa la collocazione e non la fruizione».

RaiPlay non rischia però di trasformarsi in una coperta di Linus?

«No, assolutamente. E non è nemmeno un alibi. Per come la vedo io, la piattaforma è la cosa migliore che ha fatto la Rai».

Insisto: piuttosto che triplicare in seconda serata, non era meglio un unico appuntamento in prime time?

«Il direttore del Prime Time Stefano Coletta ha voluto affidare le seconde serate a me, Alessandro Cattelan e Stefano De Martino. C'è quindi un'idea, un progetto di sperimentazione, e a me osare piace. Poi vedremo come va».

Mi tolga una curiosità: le domande sono farina del suo sacco o degli autori?

«Sono solo mie. Gli autori mi aiutano a reperire il materiale da studiare ma poi le domande le scrivo io. Le interviste le devi sentire in bocca».

Una vera belva...

«Che ci vuole fare? Tra Michele Santoro e Giovanni Minoli, ho avuto un battesimo di fuoco. Io sono un agnellino a confronto».

 

 

 

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