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DiMartedì, Bersani: "Io veramente mi inc***", la sceneggiata in diretta tv

Claudio Brigliadori
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Anche i Bersani, nel loro piccolo, si incazzano. Il confine tra il leader di sinistra portabandiera di una ruspante e pragmatica filosofia contadina e il grande vecchio convertito a ospite dei talk sembra ormai stato varcato definitivamente. Certo è che un Bersani così placidamente scurrile, ospite di Floris a DiMartedì su La7, si era finora visto di rado.

«Abbiamo un presidente del Consiglio che è totus politicus e poi abbiamo Salvini che rompe i cog***», è l'antipasto servito sul tema sbarchi. «Come ti viene di distinguere i migranti sani da quelli malati? Fare selezione? Ma non capisci che vista dall'Europa è una cosa agghiacciante? - incalza l'ex segretario del Pd - Poi mandiamo i parroci per fare la selezione in confessionale? Noi dovremmo chiedere che l'Europa si carichi del pattugliamento del Mediterraneo al posto delle Ong».

 

Bene, bravo: in 10 anni di sinistra al governo o giù di lì, perché nessuno ci ha pensato? Ma Pierluigi guarda già alla prossima battuta al veleno. Nel mirino ci finisce il sottosegretario alla Salute Gemmato, che qualche giorno fa aveva detto in tv: «Durante la pandemia l'Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità. Senza i vaccini sarebbe stato peggio? Non abbiamo l'onere della prova inversa». «Io veramente mi incazzo - sbotta Bersani -. Uno che governa non può raccontare balle. Non possono non sapere, ci sono i dati dell'Istituto superiore di sanità, noi all'inizio della pandemia siamo stati quinti per mortalità, poi l'anno dopo siamo diventati 53esimi e ora siamo al 25° posto, pur essendo il Paese che per primo in Occidente ha avuto il virus. Stanno raccontando compresa la Meloni che siamo stati primi per mortalità. Mentono sapendo di mentire. Perché? Per il consenso, per cos' altro?». Applausi in studio: l'altro consenso che pesa. 

 

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