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PiazzaPulita, Giorgia Linardi demolita: una frase per il ko tecnico di lady Ong

Claudio Brigliadori
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Non è un caso che nel fuoco di fila anti-governativo di Piazzapulita alla fine spicchi l’unica voce fuori dal coro, quella di Italo Bocchino. A farne le spese più di tutti è Giorgia Linardi, rediviva portavoce di Sea Watch. La trasmissione di Formigli su La7 è il talk che più sostiene le Ong, senza se e senza ma. Dopo Cutro e il naufragio del barcone in Libia è tornato a picchiar duro come ai “bei tempi” di Salvini al Viminale, quando la Linardi conquistò il titolo di Lady Ong.

Combattiva e velenosa al punto giusto. Ma nel match con Bocchino soccombe. Il direttore editoriale del Secolo d’Italia ricostruisce l’ultima strage nel Mediterraneo, 47 migranti di cui 30 dispersi. «Dovevano intervenire i libici, poi Malta. Nessuno è intervenuto e l’Italia, impegnata su più fronti, pur da 250 miglia di distanza ha attivato il coordinamento dei soccorsi come fa un Paese serio». La Linardi accusa le autorità italiane di aver deliberatamente ignorato l’Sos dei disperati: «Trasformare tutto questo in una speculazione politica è grave- replica l’ex colonnello di Fini -, fa venir meno la condanna unanime nei confronti dei trafficanti di uomini, quella di Malta che si gira dall’altra parte e la solidarietà nazionale per gli italiani che hanno salvato 17 vite. È sciacallaggio».

 

L’Italia, ribatte la Linardi, «attendeva l’intervento dei libici per riportare i migranti a quei trafficanti che li hanno messi sul barcone sotto minaccia dei fucili. Hanno messo in atto un sistema che non solo non combatte i trafficanti ma che anzi permette loro di sfruttare i migranti un’altra volta». «Il sistema che alimenta di più i trafficanti - le risponde Bocchino - è quello che voi volete, stare lì con le vostre navi ad accoglierli e a fare da spola coi trafficanti». Ko tecnico. 

 

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