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Che tempo che fa, Littizzetto feroce contro Meloni: "Sotto un treno, la raccogliamo col cucchianio"

Roberto Tortora
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Luciana Littizzetto scrive a Vovan e Lexus. Lo fa dalla solita tribuna di Che Tempo Che Fa, il programma condotto da Fabio Fazio sul Nove, con una letterina inviata ai due comici russi, gli autori dello scherzo della telefonata-fake al premier Giorgia Meloni in cui le hanno fatto esprimere pareri sulla guerra in Ucraina e sul tema dei migranti. Questo il testo della comica torinese, che esordisce così: "Cari Vovan e Lexus, Ric e Gian della tundra siberiana, Piosky e Amedeosky della steppa sconfinata a 40 sotto zero. E cari anche amici dei servizi segreti russi e a tutti i figli di Putin in collegamento in questo momento. Priviet a tutti”.

Dopo i saluti di rito, il cuore della missiva: "… So che è difficile far ridere in questo momento che definirei eufemisticamente di merdosky: c'è la guerra, ci sono i virus, la crisi climatica, inondazioni, terremoti, inflazione - aggiunge la comica - e ogni sfiga che scende dal cielo, però lasciate stare Giorgia. Che tra l'altro si chiama Giorgia con la 'I', non 'Georgia' come l'avete chiamata voi. La nostra Giorgia non è uno stato caucasico. È una donna, una madre, una cristiana, e pure con uno staff non di geni assoluti - sparge veleno la comica torinese -. Lasciate stare la nostra Melonskova che fra un po' la raccogliamo col cucchiaino. Fermatevi, fatelo in nome del lettone di Putin che ha unito a lungo i nostri due popoli. Non è il momento. Ora non sto a spiegarvi, ma non lo è. Er Meloni adesso è sotto un treno, come Anna Karenina, che voi dovreste conoscere bene”.

 

Nella lettera sarcastica non può mancare, certo, un riferimento ad Andrea Giambruno: "Ha passato dieci anni di vita con un uomo dal ciuffo importante, e qualche giorno fa è finita. Capita. Come dite voi in Russia, 'Tutte le famiglie felici si assomigliano, ma ogni famiglia c'ha un Giambruno che si tocca il pacco a modo suo'. Capisco che fare i comici in Russia deve essere dura, per noi è più facile perché mal che vada abbiamo Salvini che qualche boiata la spara sempre. Invece per voi  - prosegue la Littizzetto - basta niente che Vladimir vi fa volare casualmente dal quarto piano come gli oligarchi russi, finite a sorseggiare un the al polonio nella lounge di un aeroporto, o vi ritrovate a ballare il casaciò in Siberia con le Pussy Riot. Però, per favore, lasciate a noi quel minimo di materiale che ci resta per scherzare". Insomma, il consueto e lungo monologo contro il governo. 

 

E ancora: "Non venite a strapparci il Premier di bocca. Ve lo dico in inglese don't touch my melons, e anche in russo: astarzia pacoe Melosnska. Fate uno scherzo a Putin, se avete il coraggio”. E non è finita qui, c’è un post-scriptum: "P.S. Per Palazzo Chigi. Amici dell'intelligence, avete l'intelligence? Usatela. Se vi chiamano Ciccio formaggio, Braccobaldo Bao, Kiss Me Licia, Tonio Cartonio e Lupo Lucio dicendo che sono diplomatici del Mozambico ditegli che hanno sbagliato numero. P.P.S. Certo, che anche te Giorgis, se ai primi che ti telefonano dici tutti i cacchi nostri siamo panati. Tergiversa. Parla del tempo, di come fanno bene i bucatini a Roma, della Marcuzzi che balla a Boomerissima. Tirala in lungo e intanto chiedi a Ricci di trovare dei fuori onda che li sputtanino tutti quanti”. Insomma, ci volevano due comici russi affinché la Littizzetto potesse esclamare “giù le mani dalla Meloni”, la vera notizia è questa.

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