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Mauro Corona, l'orrore in famiglia: "Come la ha resa quasi cieca da un occhio"

Claudio Brigliadori
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«L’uomo è fatto così». Basterebbe questa frase, alle femministe tutte d’un pezzo, per mettere Mauro Corona al rogo con al collo una bella pietra con su scritto “maschilista”. Da qualche giorno il termine femminicidio è stato sostituito, nel macabro dibattito sulla cronaca nera, con quello sul “patriarcato”, l’evoluzione della polemica. Giulia Cecchettin è stata uccisa non dal fidanzato, ma dal patriarcato. Con i genitori di Filippo Turetta che si sono sentita in dovere di sottolineare: «Noi non siamo una famiglia patriarcale».

Dettagli, si potrebbe dire, ma nient’affatto marginali. Del tema ha parlato, nella sua “copertina”, anche Corona a È sempre CartaBianca, su Rete 4, e la spalla fissa di Bianca Berlinguer lo ha fatto senza intellettualismi (lui, prima montanaro, eremita e scultore che scrittore di grande successo e spessore) né scorciatoie un po’ stereotipate. Al contrario, andando dritto al sodo partendo da lontanissimo, quasi da un altro mondo in cui la violenza contro le donne era quotidiana: «È difficilissimo scrostare questa abitudine, io l’ho visto a casa mia. Mio nonno prese un tizzone e colpì mia nonna, che aveva dato una risposta sibillina, rendendola quasi cieca da un occhio».

 

«Non sarà l’ultima, perché l’uomo è fatto così- è la sentenza, amarissima, di Corona -. Il dramma è che ci sono reminiscenze secondo cui l’uomo deve comandare». «La cultura patriarcale esiste ancora, esiste questa cultura perniciosa che si tramanda di padre in figlio - conclude -. Siamo ancora all’età della pietra, perché pensiamo ancora di comandare noi, anche i giovani. Bisogna insegnare alla nuova generazione di uomini a imparare a perdere. Ai bambini bisogna insegnare che esiste la sconfitta». E che aver perso non significa essere stato umiliato. 

 

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