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Chiara Ferragni, Sardone contro De Marchi: "La verità su quel milione di euro"

Roberto Tortora
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In un Paese in cui tiene ancora banco il caso del pandoro Balocco e della pubblicità ingannevole di Chiara Ferragni, non può non esserne anche un tema a Dritto e Rovescio, programma di approfondimento politico di Rete 4 condotto da Paolo Del Debbio.

Sulla questione in campo si affrontano diversi schieramenti politici, ognuno con la sua visione. Diana De Marchi del Pd, ad esempio, svicola dal problema per attaccare la Meloni ed il suo intervento sull’influencer al convegno di Atreju: “Chiariamo che Chiara Ferragni, che non è una politica, ha sbagliato, ha decisamente sbagliato. Questo è chiaro e incontrovertibile, lo dichiariamo tutti e lo ha dichiarato anche lei, mettendoci la faccia e dicendo che dona un milione".

 

 

 

"Però io non è che devo giustificare la Ferragni, che in questo momento ha fatto un errore gravissimo e che sarà valutato dalle istituzioni competenti e non da noi. Io quello che trovo assurdo è questo paragone tra Ferragni e la politica e questo utilizzo dell'influencer da parte della Meloni, come se questa fosse la nemica n.1 della presidente del Consiglio, che ha tutto il potere in questo Paese possibile e immaginabile. Viene usata la Ferragni – conclude la De Marchi - in un convegno politico ad Atreju, anziché parlare di Conte, della Schlein, delle situazioni politiche gravi di questo paese, di povertà, di economia in difficoltà, di morti in mare che c'erano in quel momento in cui lei parlava”.

 

 

 

Replica a tono, invece, Silvia Sardone della Lega, che rimarca la gravità del gesto della Ferragni: “Prima di tutto, la Ferragni il milione di euro per questo ospedale lo avrebbe dato comunque se non fosse uscito tutto questo scandalo? Lo dico, perché era da tempo che si parlava di questa vicenda del pandoro, eppure non mi pare che lei prima dello scandalo avesse comunque deciso di donare questa somma. Detto questo, la mia nonna mi diceva che la beneficenza si fa, ma non si dice. Qua siamo al contrario, cioè la beneficenza si dice, ma non si fa. Perché quella del pandoro era una pubblicità ingannevole? Perché la gente era indotta a comprare questo bene, nella piena convinzione che la maggiorazione del prezzo di questo pandoro fosse data dal fatto che una parte andasse in beneficenza. Nessuno può dire se le persone l'avrebbero comprato ugualmente”.

 

 

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