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Franco Califano conquista Rai 1: 11 febbraio, il racconto di un'epopea

Daniele Priori
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Franco Califano tornerà a Sanremo. Lo farà nei panni di un nuovo attore che, proprio per interpretare il Califfo, si è avvicinato alla recitazione. Si tratta di Leo Gassmann che domenica 11 febbraio nella prima serata di RaiUno, con il Festival appena concluso, sarà il protagonista di Califano, film per la tv prodotto da Greenboo in collaborazione con Rai Fiction per la regia di Alessandro Angelini.

Il film racconta l’avventurosa epopea che è statala vita di Franco Califano. Arriva appena dopo il decennale della scomparsa del cantautore, avvenuta il 30 marzo del 2013, e proprio sul palco dell’Ariston sarà presentato al grande pubblico. Nella speranza (per ora non svelata) che il neo attore Gassman, già vincitore di Sanremo giovani e lo scorso anno in gara tra i big, voglia prodursi in un omaggio al Califfo che, proprio a Sanremo, nel 2005 ci ha lasciato uno dei suoi ultimi capolavori, quel Non escludo il ritorno, scritto con Federico Zampaglione e voluto dal maestro come epigrafe sulla sua tomba al cimitero di Ardea.

 

 

Leo Gassmann il giorno prima di iniziare a girare ha voluto portargli un fiore per testimoniare la vicinanza che l’erede Gassman ha mostrato verso il Califfo. «È una grande gioia ricollegarsi alle proprie radici e continuare una tradizione che va avanti da generazioni» ha detto l’attore sottolineando come non potesse esserci «modo migliore per iniziare questo percorso con un film che ci ha dato l’occasione di conoscere un grande essere umano e di raccontare quello che di Franco non era mai stato raccontato. La luce che era, nonostante i difetti che non ha mai nascosto di avere».


La sceneggiatura, scritta da Isabella Aguilar e Guido Iuculano, è liberamente ispirata al libro Senza manette, uscito nel 2008 e firmato dallo stesso Califano assieme a Pierluigi Diaco, da cui emerge una vita spesso in chiaroscuro ma sempre sull’onda di una poesia nella quale il Califfo, che fu peraltro un affezionato lettore di Libero tanto da tatuarsi il cavallo alato simbolo della testata, ha cantato in ogni modo possibile la sua libertà, anelito che il grande autore, protagonista anche di dure vicende giudiziarie che lo hanno portato a conoscere il carcere, approderà solo grazie alle sue canzoni.

 

 

Scritte prima per gli altri (Ornella Vanoni, Mia Martini) poi anche per se stesso e interpretate con trasporto da Gassmann «omaggiando senza imitare» ha detto la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, tra le più convinte sostenitrici della scelte di lanciare Leo nel ruolo di attore. Un tributo che, però, mette in luce anche i lati più bui della complessa biografia dell’artista. Tanto che il film si apre con la scena dell’arresto prima di un concerto al Parioli nel 1984 con l’accusa di spaccio di cocaina per conto del boss camorrista Raffaele Cutolo e del malavitoso e milanese Francis Turatello con cui in effetti Califano intratteneva rapporti.

La storia, però, poi torna al 1961 con un Franco appena 22enne che vive a Roma con madre e fratello, scrivendo poesie e sognando la Dolce Vita. In quegli anni conoscerà alcune tra le persone più importanti per lui. In primis Antonello Mazzeo (interpretato da Giampiero De Concilio) rimasto fedele per sempre al Califfo e presente anche ieri in sala, molto emozionato, tanto da definire “epica” l’esistenza dell’amico. Sempre in quel periodo sposerà Rita Di Tommaso (Celeste Savino in scena) l’unica delle tante donne che Califano ha preso in moglie e dalla quale ha avuto sua figlia Silvia. Pronto a fuggire ancora in quella Milano che gli darà tante soddisfazioni, in primis l’incontro con Edoardo Vianello con cui fonderà l’etichetta Apollo Records e Mita Medici, il suo vero grande amore. Tutto il resto è musica e parole soavi che daranno la forza al Califfo di uscire per una seconda volta dal carcere, stavolta davvero per dar vita al miglior Califano possibile.

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