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Amadeus, Giovanni Minoli: "Ascolti e soldi, perché ora in tv cambia tutto"

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Addio Rai, Amadeus si trasferisce armi e bagagli a Nove, la rete di Warner Bros. Notizia che ha riempito il dibattito in questa settimana, notizia nell'aria da tempo e che ora ha assunto i crismi dell'ufficialità. Viale Mazzini perde uno dei suoi volti di punta, la sinistra la butta in politica, Nove si mostra sempre più forte in un mercato che, ovviamente, teme il nuovo player. E Amadeus in tutto ciò, a differenza di altri colleghi, ha scelto di non indossare i panni del martire per spiegare il suo addio, e questo lo conferma il video che ha pubblicato poco dopo l'ufficialità del suo congedo dalla Rai.

E proprio da quel video muove il dibattito a L'aria che tira, il programma condotto da David Parenzo su La7, dove ospite in studio c'era Gianni Minoli, uno che quando si parla di piccolo schermo ha parecchia voce in capitolo. Riferendosi al video di Amadeus, Parenzo afferma: "Sembra Berlusconi che dice: l'Italia è il Paese che amo", la citazione è ovviamente del video della discesa in campo del Cavaliere nel lontano 1994.

Minoli, però, eccepisce. E fa un discorso ben più ampio. "A me sembra un'altra cosa, è il segnale di un cambio vero del mercato televisivo, che riguarda tutti, anche voi - premette rivolgendosi a Parenzo, ovvero a La7 -. Warner scende in campo e sono americani ricchi, pieni di soldi. Hanno fatto 170 miliardi di dollari, mi sembra, di utili lo scorso anno. La Rai ha 400 milioni di deficit", ricorda. 

 

E ancora: "Il sistema cambia, perché c'è improvvisamente qualcosa di diverso: Rai e Mediaset si sono sempre tenuti l'uno con l'altro e La7 ha conquistato abilmente il suo spazio, ma di risulta. Warner cambia tutto, è un'operazione che ricorda l'arrivo di Berlusconi nel calcio: ha cambiato i cachet. L'interesse di Warner è fare ascolti e soldi: della politica non gliene può fregare di niente. Siamo come in Medio Oriente, le alleanze cambiano", conclude Giovanni Minoli la sua analisi.

L'aria che tira, l'intervento di Gianni Minoli: qui il video

 

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