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Iezzi-Donno? La furbata della volpe David Parenzo: come ri-scatena l'inferno

Claudio Brigliadori
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«Dove volevi arrivare? Ehh? Dove volevi arrivare?». Mentre tra Camera e Senato si scatena un altro circo, Leonardo Donno si collega da casa con L’aria che tira e scatena la seconda rissa con Igor Iezzi nel giro di poche ore. Quella volpe di David Parenzo, dopo un tentativo a vuoto, riesce a telefonare a leghista protagonista mercoledì della bagarre a Montecitorio. Il grillino Donno è a casa con una prognosi di 3 giorni dopo essere stramazzato in aula ed esser uscito in carrozzina.

«Io scusarmi con lui? Non mi risulta che nessuno dal Movimento 5 Stelle abbia chiesto scusa a Calderoli - contrattacca anziché difendersi -. L’aggressore è lui. Io come si vede benissimo nel video non l’ho assolutamente colpito». Donno a questo punto inizia a urlare: «Sei un soggetto pericoloso. Dove volevi arrivare eh? Cosa sarebbe successo se non ti avessero fermato? Ti devi vergognare!».

 

Purtroppo per lui dopo qualche minuto interviene Giorgio Mulè, ex direttore di Studio Aperto e oggi big di Forza Italia, che da cronista si razza ricorda tutti i precedenti di Donno versione disturbatore. «Un anno fa, con altri 7 deputati del Movimento, sei stato sospeso 15 giorni per aver picchiato un assistente parlamentare. L'ufficio di presidenza della Camera, composto da 22 persone, disse con il solo voto contrario dei 5 Stelle che quello fu un atto sostanzialmente squadrista perché venne impedito ai deputati di svolgere il loro lavoro». «Pochi giorni fa - prosegue Mulè sei stato richiamato da tutti e 4 i vice-presidenti perché disturbi. Hai anche tirato un pezzo di carta addosso al ministro Crosetto, o no?». Peraltro, conclude l’azzurro, in passato sono stati sospesi per “intemperanze” anche vari esponenti del Pd. Nessuno dal centrodestra ha però mai urlato allo squadrismo, nero o rosso che fosse.

 

 

REPLICA M5s - Pubblichiamo la replica dell'ufficio stampa M5s: "Si precisa che le affermazioni di Giorgio Mulè sono del tutto errate, infondate, e in malafede. La sospensione di cui parla Mulè, attribuita lo scorso anno dall'Ufficio di presidenza a 7 deputati del Movimento 5 Stelle, non è stata disposta per aver aggredito un assistente parlamentare, ma perché i parlamentari avevano occupato pacificamente la Giunta per le elezioni della Camera al fine di opporsi all'emendamento di Forza Italia che definiva nuovi criteri per il computo delle schede nulle alle ultime lezioni politiche, emendamento che avrebbe cambiato le regole di conteggio dei voti della scorsa elezione politica, del settembre 2022. Un'azione pacifica compiuta al solo scopo di difendere la democrazia, senza la violenza che invece è stata usata in Aula alla Camera da deputati di centrodestra contro Leonardo Donno".

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