Mieli sconvolge Tagadà: "Sono vili, non lo dicono. Ma in privato..."

sabato 21 giugno 2025
Mieli sconvolge Tagadà: "Sono vili, non lo dicono. Ma in privato..."
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«Le ultime ore prima della guerra?», è il titolo di un cupissimo servizio di Tagadà, su La7. Lo scenario è quello di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto in Medio Oriente, a fianco di Israele contro l'Iran. In sottofondo, c’è l’ansiogeno tappeto di One of these days, capolavoro dei Pink Floyd che in Italia tutti o quasi scambiano per la sigla della mitica trasmissione sportiva della Rai Dribbling e basta.

Tenetelo a mente, perché tra poco il calcio farà di nuovo clamorosamente capolino nel dibattito. Va quindi in onda l’enigmatica dichiarazione di Donald Trump: «Potrei farlo, potrei non farlo, voglio dire, nessuno sa cosa farò. L’Iran ha molti guai e vogliono negoziare». Segue replica dell’Ayatollah Khamenei: «A chi dovremmo arrenderci?». E poi, bombardieri B-2, bombe da 30mila libbre, centrali nucleari da far saltare in aria, lo spettro di una escalation prevedibile ma dalle conseguenze inimmaginabili.

Per Nathalie Tocci, esperta dell’Istituto Affari internazionali in collegamento con lo studio, l’attacco “preventivo” israeliano rappresenta una violazione del diritto. Quindi descrive come un “suicidio” la possibile offensiva di Teheran contro le postazioni militari americane nella regione in caso di ingresso in guerra degli Usa sottolineando però come tutto questo non sia assolutamente da escludere. Insomma, un tranquillo pomeriggio di paura di quasi estate.

A sdrammatizzare la puntata ci pensa clamorosamente Paolo Mieli. «Facciamo una pausa, su questo schieramento dei giocatori juventini insieme a Trump nello Studio Ovale è scoppiato un pandemonio nelle chat dei tifosi juventini».

Le chat vip, ovviamente, perché in quelle dei tifosi normali si parla piuttosto di Mondiale per club o calciomercato. Ma vabbè. «I giornali ne daranno notizia - anticipa Mieli -, illustri scrittori, a volte lo scrittore juventino è vile e non lo dice in pubblico, nella chat privata hanno annunciato ch cambieranno tifo, che non si faranno più vedere, che è una vergogna. Una pausa di buonumore ci vuole eh, stiamo parlando di cose serie ma il mondo juventino è impazzito, non è che succede tutti i giorni». Luca Sappino ricorda la maglia speciale “Trump” numero 47 che la Juve ha regalato al presidente americano mentre Alessandro Orsingher, un po’ disgustato, commenta: «Siamo oltre Black Mirror». Già, siamo allo specchio bianconero. 

Paolo Mieli, Trump e la Juve: guarda qui il video di Tagadà su La7

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