«Cattelan è un talento complesso per la tv generalista. Io lo riportai in Rai, Ma Alessandro deve fare un lavoro di allargamento». Con queste parole, il Direttore della Direzione Coordinamento Generi Rai, Stefano Coletta, ha spiegato in maniera chiara fa l’esclusione di Alessandro Cattelan da Viale Mazzini. In sostanza l’eterno giovane conduttore, nato a Tortona 45 anni fa, non è stato ritenuto indispensabile dalla Rai che lo ha così rimesso sul mercato televisivo. Una bocciatura che però ha aperto al conduttore l’opportunità di finire a Mediaset. Tutto è nato dall’interesse del Biscione verso Cattelan, comunicato all’agente del presentatore Marta Donà. Lo scrive il sito Affaritaliani. E proprio oggi Mediaset presenta i palinsesti per la prossima stagione televisiva, dove dovrebbe proporre un Late show in seconda serata da affidare a Cattelan.
Un format che è una sorta di comfort zone, da cui però non è mai riuscito ad uscire. Le parole del direttore Coletta, infatti, lasciano un senso di incompiuto per una carriera che sembra essere legata sempre all’abusato termine di eterna promessa. E certificano il fatto che quello stile un po’ da tv USa non si adatta benissimo a quello più paludato e forbito della Rai. Nonostante Cattelan sia ormai un veterano della tv, sia generalista che delle nuove piattaforme. Da settembre, per esempio, sarà su Disney + come giurato di Italia’s got talent con Mara Maionchi, Frank Matano ed Elettra Lamborghini. Attualmente è anche sul web con la sua rubrica, su Youtube, Supernova. Così dopo Mtv, Rai, Sky, Netflix, ecco Mediaset.
Ci mancava Cattelan: grida al "fascismo"
«In Italia il fascismo non se n’è mai andato davvero». ‘Sta volta, sulla buccia di banana...L’offerta di Pier Silvio Berlusconi arriva dopo quattro anni nella tv pubblica, nel corso dei quali ha presentato programmi come l’Eurovision Song Contest, il Dopofestival di Sanremo dello scorso anno, tre edizioni di Stasera C’è Cattelan in secoda serata, una prima serata con Da vicino nessuno è normale, Hot Ones su RaiPlay e il varietà del 2021, sempre in prime time, Da Grande. Programmi che però non sono bastati per una riconferma. Cattelan così torna nell’azienda dove era già stato agli inizi degli anni 2000 come inviato per Le Iene. Il successo popolare è poi arrivato nel 2011 con X Factor su Sky, condotto per 10 edizioni. «Il conduttore è molto apprezzato per la sua versatilità e perla capacità di adattarsi a diversi formati, che spaziano dal talent show al late night talk show, senza trascurare la produzione di contenuti digitali. La sua popolarità sul web, unita all’esperienza consolidata in tv, lo rende una figura strategica per Mediaset nel panorama attuale», spiega Affaritaliani che delinea un profilo di un artista al passo con i tempi, moderno e capace di sapersi adattare. Il problema è che per Cattelan, dopo l’approdo in Rai, le aspettative forse erano diventate troppo grandi. Si era parlato di Sanremo e non del Dopofestival, ma il flop di un paio di programmi di prima serata e la non facile collocazione di un personaggio come lui nell’azienda pubblica, lo hanno frenato nella corsa ad essere l’erede di Conti o Amadeus. Adesso Mediaset gli propone un suo grande “amore”: un late show in seconda serata. La sua prediletta comfort zone difficile da lasciare, se non si riesce ad andare avanti.