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C'è un corvo dentro la Juve: "Conte si dimette dopo la Supercoppa"

Giulio Bucchi
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C'è un corvo in casa Juventus. E gioca contro Antonio Conte. La vicenda dell'inchiesta sul calcioscommesse getta onde lunghe e piuttosto lugubri sul matrimonio tra tecnico e Vecchia Signora. La Gazzetta dello Sport parla di una squalifica di 10 mesi, anticipando di un giorno la sentenza, e la notizia fa tremare la panchina scudettata. Le strade di Conte e Juve potrebbero separarsi: esonero, dimissioni, poco cambia. Secondo gole profonde bianconere, il club di Andrea Agnelli avrebbe intenzione di prendere le distanze una volta per tutte dal mister accusato di combine, che rischia di vedersi coinvolto anche nell'inchiesta di Bari (quella dell'interista Ranocchia). A poco portano le smentite dello stesso Agnelli ("Conte non si tocca"). Pesano di più altre prove di questo allontanamento progressivo: le dimissioni, per esempio, del collaboratore di ConteCristian Stellini (squalificato sempre nell'ambito del calcioscommesse). Ma la rottura nascerebbe da lontano: da quando cioè il tecnico, a maggio, ha voluto affiancare il proprio legale De Rensis a quelli della società Chiappero e Briamonte. La linea dura portata avanti dal mister, che rifiuta in un primo momento il patteggiamento, mette in difficoltà la società. Il rischio infatti è quello di perdere la propria guida tecnica per molti mesi. La posizione di Conte, incalzato dalle rivelazioni dei pentiti Carobbio e Masiello, si aggrava giorno dopo giorno. Dopo la respinta della richiesta di patteggiamento, il tecnico assume un altro legale 'di peso', Giulia Bongiorno. Scelta che non va giù al club non tanto per il valore della Bongiorno, quanto per l'implicita confessione di sfiducia nei confronti della squadra di avvocati bianconeri. Ora, con la quasi ufficialità della squalifica di 10 mesi, e a poche ore dal primo obiettivo stagionale (sabato la Supercoppa italiana a Pechino, contro il Napoli), resta il dubbio: Massimo Carrera sarà il sostituto pro tempore, ma chi sarà il sostituto vero e proprio? Un paio di carte Agnelli le aveva, ma ormai sono bruciate. Non Cesare Prandelli, contrario a dividersi tra club e Nazionale.Fabio Capello? Anche lui, neo-ct della Russia, avrebbe obiettivi problemi logistici. Le nubi si diraderanno dopo Pechino, il sospetto è che il corvo bianconero già lo sappia

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