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Inter, parla Jonathan: "Sono Divino, ma il merito è di Mazzarri"

Giulio Bucchi
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Il Divino Jonathan ha fatto una magia delle sue. Nel ritiro nerazzurro di Pinzolo l'esterno brasiliano è il più applaudito, il più incitato: ormai è l'idolo di tutti i tifosi dell'Inter. Dentro ma anche fuori dal campo. Da oggetto misterioso a Divino: qual è il suo segreto? «Non so se ci sia un segreto. Io credo nel lavoro, chi lavora bene raccoglie sempre. È stato decisivo il mister (Mazzarri, ndr), mi ha dato la fiducia di cui avevo bisogno. Se sono cambiato il merito è al 90% suo». Il soprannome le piace? «È iniziato come ironia, ora lo usano tutti e mi fa piacere. A me piace scherzare, siamo tutti ironici (ride, ndr)». È stato subito protagonista in amichevole, anche se per qualcuno sei un po' sovrappeso... «Lo so, ma tutti dobbiamo smaltire qualche chilo. È normale, abbiamo fatto 40 giorni di vacanze». Mazzarri l'ha provata da mezzala. Meglio lì o da esterno? «È uguale, è un ruolo nuovo per me, devo ancora abituarmi, sto cercando di capire cosa chiede il mister». L'anno scorso ha detto «devo migliorare nelle diagonali». Le ha imparate? «Secondo me sì, ma credo che un calciatore abbia sempre qualcosa di nuovo da imparare. Con il mister mi trovo molto molto bene, come con il suo staff. Quando sai di avere la fiducia dell'allenatore lavori più tranquillo e riesci a fare le cose meglio». Mazzarri è davvero più carico come sembra? «In realtà lo è già tanto dall'anno scorso, è uno che martella sulle cose che vuole. Quest'anno è più carico perché sa che questo è un anno importantissimo per noi». Pure l'atmosfera nel gruppo pare serena. «Sì, siamo tutti amici. È tutto molto tranquillo, prima di andare ad allenarsi c'è la musica, dopo l'allenamento c'è la musica, in spogliatoio e in palestra. Ci divertiamo, balliamo. Stiamo bene insieme». L'assenza di senatori come Zanetti e Cambiasso influirà? «All'inizio forse sì, ma comunque il calcio va avanti. Resteranno nel cuore di tutti, ma il nostro gruppo resta forte». Ora il capitano è Ranocchia. Scelta giusta? «Sì. È un calciatore che ha una personalità importante, è italiano, tutti noi lo rispettiamo molto. Speriamo che tifosi possano continuare ad aiutarlo come stanno facendo qui a Pinzolo. Noi siamo tutti con lui». Passiamo ai nuovi acquisti, per primo un brasiliano come lei, Dodò. La concorrenza la preoccupa? «No, in un club così ci sarà sempre. Dodò è arrivato per darci una mano, è giovane, secondo me l'Inter ha fatto un grande acquisto». Vidic? «È un giocatore di esperienza che ha vinto tanto, abbiamo molto da imparare con lui. Sono sicuro che farà una buona stagione». L'ultimo arrivato, infine, è M'Vila. «Scherzo sempre con lui, non capisce ancora l'italiano. Lo chiamo pai (“fratello” in portoghese, ndr). Lui non mi capisce, sorride, poi si fa tradurre quello che dico. È un ragazzo buono, è un bell'acquisto anche lui». Stupito dall'addio di Conte alla Juventus? «Io no, altri sì. Il calcio è così. Non so cosa sia successo e non voglio nemmeno saperlo, perché il nostro problema è l'Inter». Si sostituisca per un momento ad Ausilio. Chi suggerirebbe a Thohir? «No, non mi prendo questa responsabilità (ride, ndr). Sono tranquillo perché so che quello che cerca sul mercato andrà bene per l'Inter». Un nome lo faccio io: Pato. «Le sue qualità sono indiscutibili, ora però non so come stia. Una volta siamo andati insieme in Brasile e abbiamo parlato, è un ragazzo buono, tranquillo, umile, un suo arrivo farebbe piacere». Qual è l'obiettivo di questa Inter? «Tornare in Champions. Siamo un grande club e non possiamo stare fuori da competizioni così importanti. Chiudere tra i primi tre sarebbe la ciliegina sulla torta». Il suo obiettivo personale? «Fare meglio dell'anno scorso ed essere convocato per una nazionale, che sia quella italiana o quella brasiliana». A giugno le scade il contratto. Ha già parlato con la società? «C'è stato un primo incontro tra club e procuratore, c'è la voglia di entrambi di continuare. Io voglio rimanere». Chiudiamo con una scommessa: se l'Inter arriva in Champions, lei... «Vi invito tutti a ballare con me. Anche i tifosi, ovviamente». di Matteo Spaziante

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