MotoGp, la resa di Valentino Rossi dopo il Gp d'Austria: "Mondiale? Poco intelligente parlarne"
"Non è intelligente pensare di vincere il Mondiale quando fai settimo". La faccia di Valentino Rossi dopo il Gp d'Austria allo Spielberg di MotoGp è la faccia della delusione. Il pilota Yamaha, tradito dalle gomme e dalla moto, è finito solo settimo, dietro anche al compagno di scuderia Maverick Vinales, sesto. Ora la rincorsa al decimo Mondiale in carriera è proibitiva, visto che il capolista Marc Marquez (domenica secondo dietro un monumentale Dovizioso) ha un vantaggio di 33 punti sul pesarese. Soprattutto, però, pesa la consapevolezza che non è solo questione di pista. "Più di così non potevamo fare - ha ammesso Rossi -. Peccato, perché speravamo di andare meglio. Il problema è che mi sembrata una gara come quella di Barcellona in cui abbiamo sofferto tanto. I primi dieci giri la moto va bene fino a quando la gomma posteriore tiene, poi abbiamo avuto un calo e ho dovuto rallentare, anche perché ho cominciato a fare molta fatica in frenata ma soprattutto in accelerazione". "I miei tempi si sono alzati, poi ho fatto anche due errori in frenata e forse lì ho perso la possibilità di lottare con Zarco e Vinales, ma in ogni caso più di lì non potevamo arrivare", sottolinea il campione di Tavullia, 38 anni. "Tecnicamente non abbiamo sbagliato niente, non potevamo fare più di così. Abbiamo fatto dieci giri buoni, il problema è che poi ce ne sono altri 18 e non ci aspettavamo un calo delle gomme così repentino. Secondo me abbiamo fatto la scelta giusta di correre con la dura, ma non è bastato. Dobbiamo lavorare tanto su questo perché siamo un po' in difficoltà". "Sapevamo che questa pista non è la migliore per la Yamaha, ma nella seconda parte la moto diventa difficilissima da guidare - ha ribadito il Dottore a Sky -. Consumiamo troppo la gomma dietro, la mettiamo sotto stress, invece Ducati e Honda sono riuscite a trovare qualcosa di meglio e andare forte. Noi invece da questo punto di vista siamo rimasti un po' al palo". Come uscirne? "Dipende dal Giappone", confida sperando in una mano da Iwata, sede della Yamaha. Serve un intervento urgente sullo sviluppo della moto, su meccanica ed elettronica, ma il tempo stringe. Tra due settimane c'è il Gp d'Inghilterra a Silverstone, possibile ultima spiaggia: "Non lo so. Quello che so è che bisogna migliorare. Ma non so quanto ci vorrà".